Visita ufficiale ieri pomeriggio all’ospedale Castiglione Prestianni di Bronte da parte del direttore amministrativo dell’Asp, Daniela Faraoni. Da decidere un argomento spinoso ed importante come la ripresa dei lavori di ristrutturazione del nosocomio. Lavori iniziati nel 2007, ma che ancora non sono terminati a chiaro danno, fino ad oggi, dei pazienti e della qualità dei servizi resi. Chi si immaginava però che l’incontro fosse immediatamente risolutivo dei tanti problemi e che si determinasse la data di ripresa dei lavori, è rimasto deluso. Quella di ieri, infatti, è stata soltanto una riunione interlocutoria, in attesa di conoscere quali saranno i servizi che la nuova rete ospedaliera concederà a Bronte. A sentire il sindaco Graziano Calanna, infatti, sembra quasi che, solo se verrà concessa una proroga definitiva al permanenza del Punto nascita, i lavori potranno essere completati come da progetto, quando invece questi sono importanti per tutti i reparti dell’ospedale. “Proprio così. – afferma il primo cittadino – Alla fine dopo una lunga discussione con i tecnici, riuniti dalla dottoressa Faraoni attorno un tavolo tecnico riservato a pochi interlocutori, sembra proprio che la ripresa dei lavori sia condizionata dall’effettiva volontà a salvare il Punto nascita, che si è deciso di chiudere ben prima del nostro arrivo. Per quanto riguarda i lavori nelle altre Unità operative, tanto dipenderà dai servizi che il nostro ospedale otterrà. Un principio – continua – che come sindaco ho il dovere di contestare. Da una parte il Punto nascita non è stato messo in condizione di raggiungere i 500 parti l’anno anche a causa dei disservizi derivanti dai lavori, dall’altra mi si dice che i lavori verranno completati se e solo se il Punto nascita non viene soppresso. Un controsenso – continua Calanna – confermato anche dal fatto che a soffrire dell’eterno perdurare dei lavori sono un po tutti gli altri reparti, con i pazienti posti in stanze sovraffollate e dove non funzionano neanche i campanelli di emergenza. Oltre a ciò non possiamo sempre rimanere nel limbo, nell’attesa infinita che la sanità siciliana venga definita amministrativamente. Se si vuole il bene di questa comunità, sarebbe giusto continuare i lavori già progettati”. Nelle prossime settimane comunque ci saranno altri incontri. “Io per l’ospedale dei miei concittadini sono disposto a parlare sempre ed in ogni momento, – ribadisce Calanna – ma l’Asp, la Regione ed il Ministero sanno che una politica saggia a servizio della gente impone di salvaguardare ed anzi potenziare i servizi esistenti di questo ospedale. Questo perché quello di Bronte è un ospedale a servizio di una comunità disagiata, distante e collegata con i grandi centri da una mobilità difficile. Per questo continueremo a batterci”. Fonte “La Sicilia” del 27-10-2015