Il Consiglio comunale di Bronte, convocato nel Castello Nelson alla presenza dei consiglieri dei Comuni di Maniace, San Teodoro, Cesarò, Floresta, Maletto, Randazzo, Biancavilla, Santa Domenica Vittoria, Ragalna, Adrano, Paternò, Belpasso, Linguaglossa e Castiglione di Sicilia, ha approvato all’unanimità un documento a sostegno del disegno di legge di iniziativa popolare che chiede alla Regione di stabilizzazione di tutti gli operai forestali. L’Assemblea consiliare brontese, presieduta da Nino Galati, ha approvato quello che i consiglieri hanno chiamato il maxiemendamento alla proposta di legge, suggerendo alcune soluzioni atte a trasformare il lavoro degli operai forestali da assistenziale a produttivo. In apertura i chiarimenti fra il consigliere Valeria Franco, che ha sottolineato di non aver sottovalutato il problema, ed il presidente Nino Galati, pronto a ribadire l’importanza di questa riunione consiliare. Poi l’intervento del sindaco di Bronte Graziano Calanna: “Questo Consiglio – ha affermato – affronta un grave problema che interessa circa 6000 famiglie in tutta la Provincia che temono di perdere lavoro e reddito. Siamo e rimarremo al loro fianco”. Calanna ha anche ringraziato il consigliere Salvino Luca che ha redatto il documento e gli emendamenti approvati dal Consiglio. “I lavoratori forestali – ha affermato Luca estensore del documento – non devono essere considerati un peso, ma una risorsa. Oltre alla cura dei boschi, possono mettere in sicurezza il territorio minacciato da rischi idrogeologici, possono favorire la crescita del turismo ambientale e perché no realizzare pellet”. Ed infatti l’emendamento presentato, prevedendo anche le forme di finanziamento, chiede che la legge da approvare preveda l’utilizzo degli operai forestali a salvaguardia dei rischi idro geologici e della biodiversità e per rendere produttivi il bosco, i rifugi, le aree attrezzate. Per Maria De Luca il documento è valido perché guardando alla produttività è innovativo, ritenendo però, assieme al consigliere Angelica Prestianni, che i precari in Sicilia debbano essere stabilizzati tutti. Per Carlo Castiglione bisognerebbe ricercare altre forme di finanziamento, mentre per Vittorio Triscari è stata la politica di 30 anni fa a provocare questo dramma. E se per Giuseppe Di Mulo è arrivato il momento di una prova di forza dentro i Palazzi della politica, Enza Meli ha ribadito che gli operai forestali vanno stabilizzati. Poi gli interventi dei sindaci presenti, dei presidenti e dei consiglieri comunali che hanno sottolineato come spesso, al di là di quello che si dice, le risorse per lo sviluppo vanno a finire la nord e che gli operai oggi al lavoro, effettuando anche solo 78 giornate di lavoro l’anno, se fossero assunti a tempo indeterminato non sarebbero più di 4000. Alla fine la votazione unanime da parte del Consiglio brontese del documento, che adesso sarà discusso in tutte le assemblee dei Comuni che hanno aderito all’iniziativa, per essere poi consegnato all’Assemblea regionale.
I NUMERI: IN PROVINCIA 6 MILA LAVORATORI
Sono circa 6.000 in tutta la Provincia di Catania gli operai forestali. Di questi 2.000 si trovano nel versante nord dell’Etna. Lavoratori che in questo momento sono in ansia e temono di non poter completare le giornate lavorative previste. A Randazzo gli operai forestali sono circa 660, a Maletto 180, a Bronte e Maniace 850, mentre a Linguaglossa, Castiglione e Piedimonte Etneo circa 340. La maggior parte di questi operai sono capi famiglia e monoreddito. Di conseguenza se si dovesse sfaldare l’economia legata alla forestale, solo in 7 paesi ci sarebbero almeno 2.000 disoccupati in più. La maggior parte di loro, infatti, hanno superato i 50 anni di età e difficilmente potrebbero ricollocarsi nel mondo del lavoro. In tanti, invece, ritengono che potrebbero essere meglio utilizzati in lavori utili alla collettività, evitando un dramma della disoccupazione che da noi avrebbe ripercussioni gravissime.
L.S. Fonte “La Sicilia” del 14-11-2015