Prende vigore a Randazzo e Maniace la protesta degli operai forestali. A Randazzo sette di loro hanno deciso di iniziare lo sciopero della fame e chiedere ospitalità nella sala consiliare del Comune per rimanerci fino a quando la protesta non avrà fine. Sono Salvatore Pagano, Carmelo Cammarata, Francesco Gullotto, Antonina Carmeni, Giuseppina Franco, Salvatore Cammarata ed Antonino Bonfiglio. A sostenerli in Comune altri 50 colleghi che, pur senza praticare lo sciopero della fame, vogliono rimanere al loro fianco, come ha fatto ieri il consigliere Cettina Foti. Le loro richieste non sono uguali. C’è chi chiede di completare le giornate lavorative previste per legge e chi, come Salvatore Pagano che per primo ieri mattina insieme con Carmelo Cammarata ha deciso di rifiutare il cibo, che chiede soltanto di poter recuperare le giornate perse per motivi di forza maggiore durante l’anno, per riallinearsi con i colleghi che non si sono assentati. “Qui non si tratta di mancanza di fondi – ci dice – i soldi per le mie giornate erano già stati stanziati. Ho chiesto di poter lavorare; mi è stato detto di no. Se non inizio a lavorare domani, conti alla mano, non avrò il tempo di completare le giornate di lavoro e sarà un dramma per me e per la mia famiglia”. Il sindaco Michele Mangione ha messo a loro disposizione la sala consiliare per tutta la notte ed ha scritto una lettera alle autorità che in qualche modo si occupano dei problemi per partecipare oggi allo sciopero indetto a Palermo. Anche a Maniace ieri mattina è montata la protesta. Circa 50 operai appartenenti alle varie fasce occupazionali, hanno occupato l’aula consiliare e l’Ufficio del sindaco per protestare contro l’ennesima sospensione dal lavoro e contro il paventato licenziamento previsto nei prossimi giorni. Il sindaco Nino Cantali, dopo averli ascoltati, ha inviato una lettera al presidente della Regione, agli assessori regionali, al prefetto e al questore di Catania, chiedendo un intervento immediato che riesca a riportare al lavoro gli operai. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 18-11-2015