A fine anno lo aveva annunciato, oggi, in nome delle legittimità dell’atto e della trasparenza, il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, ha annullato il bando per la vendita dei 16 lotti della zona artigianale, pubblicato nell’aprile scorso dalla precedente Amministrazione, a cui hanno partecipato circa 20 ditte. “Quello pubblicato – afferma il sindaco – è un bando palesemente illegittimo e iniquo. Non rispettava né una riserva di legge emanata da un decreto dell’assessorato regionale alle Attività produttive, né il regolamento comunale per la cessione delle aree artigianali. In particolare il vizio di legittimità sta nell’aver dimenticato che per legge una quota del 20% dei lotti da assegnare deve essere riservata all’imprenditoria femminile, ai consorzi e alle piccole e medie imprese. Ma soprattutto era certamente iniquo perché non prevedeva alcun divieto di collegamento fra i soggetti che si aggiudicano i lotti. Questo significa che un imprenditore avrebbe potuto tranquillamente acquistarli tutti, partecipando con società diverse, intestate magari a familiari. Così facendo c’era il rischio che qualcuno monopolizzasse la zona artigianale, penalizzando i tanti imprenditori che intendono creare sviluppo e lavoro. Chi vorrà richiedere più lotti – ribadisce il sindaco – lo dovrà fare alla luce del sole, spiegando i motivi, presentando il piano di impresa e rendendo pubblici il numero di lavoratori che intende assumere. C’é un altro aspetto che ha spinto il sindaco Graziano Calanna a revocare il precedente bando: “Vogliamo rendere difficile ogni forma di speculazione. Il vecchio bando consentiva all’assegnatario di alienare il lotto 5 anni dopo l’acquisizione. Il nuovo bando, che pubblicheremo dopo Pasqua, lo permetterà solo dopo che si è ottenuto il certificato di agibilità del capannone. Sappiate – conclude – che, per favorire l’imprenditoria, i lotti vengono giustamente venduti a prezzi agevolati e noi vogliamo impedire che qualcuno lo acquisti solo l’intento di venderli a prezzo di mercato per scopi speculativi” L.S. Fonte “La Sicilia” del 26-03-2016