Il decreto Balduzzi è un pericolo per i Pte che non raggiungono i 6000 interventi l’anno, ma per Randazzo la politica si dice pronta alle barricate. E’ il messaggio del vertice promosso dal sindaco di Randazzo Michele Mangione cui ha partecipato il presidente della VI commissione regionale ai servizi sociali e sanitari, Giuseppe Digiacomo, l’on. Concetta Raia, il direttore generale dell’Asp, Giuseppe Giammanco e, a sorpresa, l’on. Marco Falcone, invitato dal consigliere Franco Minissale, e l’assessore della Città metropolitana, Angelo Villari. Il consigliere comunale Cettina Foti, assieme ad altri colleghi, aveva lanciato l’allarme sul rischio che il Pte di Randazzo venisse rimodulato. “L’orografia del nostro territorio – ha affermato il sindaco in apertura – non ci permette di perdere altri servizi sanitari”. E se il direttore Giammanco ha sottolineato che arricchirà di attrezzature l’ex ospedale di Randazzo, il consigliere Alfio Ragaglia ha ribadito come siano tante le cose da comprare, con Carmelo Giarrizzo che ha chiesto che tutti i servizi presenti a Randazzo funzionino al meglio, mentre Alfio Pillera che si realizzi l’elisuperfice. “Per questo Pte – ha sottolineato Cettina Foti – bisogna chiedere una deroga”. Falcone ha ribadito l’esigenza di tutelare le zone di montagna e alla fine il presidente Digiacomo ha affermato: “Sul Pte di Randazzo si fanno le barricate. Come il Punto nascita di Bronte non può chiudere. La battaglia è Comune”. Poi Digiacomo ha ribadito: “Certo qualche Pte siciliano che si trova a 10 minuti da un altro rischia la riconversione, ma a Randazzp questo non può accadere”. La preoccupazione però resta: “La stroia – dice alla fine il consigliere Gianluca Anzalone – ci insegna che non bisogna abbassare la guardia”. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 15-06-2016