Levata di scudi, a difesa dell’ospedale di Bronte, dopo la parziale chiusura della Chirurgia d’urgenza, in un periodo in cui nella zona aumenta il flisso della popolazione, con il ritorno di tanti emigrati e villeggianti. Da fonti interne al nosocomio, si apprende che la situazione non è come descritta due giorni fa, ma addirittura peggio. Sembrerebbe, anche se l’Asp ha affermato il contrario, che il servizio di Guardia attiva non venga espletato. Infatti, per poterlo assicurare, sono necessari ben 8 medici in organico, e la riduzione del servizio, deriva proprio dal ridotto numero di medici, sia a causa delle carenze di personale, sia per le dovute ferie. Ma sempre da fonti bene informate, gli eventuali trasferimenti di pazienti critici nelle ore pomeridiane e notturne, non potrebbero essere fatti verso Biancavilla, nel cui ospedale non si effettuano interventi programmati, e non si potrebbero certamente effettuare quelli in urgenza. Dunque eventuali pazienti critici dovrebbero essere trasferiti a Paternò, o a Catania, sempre che si trovi una sala operatoria libera e pronta in tempi celeri. Una situazione molto delicata, che penalizza, ancora una volta, un territorio che ha solo la sfortuna di essere lontano dai grossi centri. Ormai da anni, continua la lotta per tenere in vita l’unico ospedale rimasto in zona, dopo la chiusura di Linguaglossa, Randazzo e Adrano, e la riduzione di Giarre, che serve una fascia pedemontana incastrata tra le province di Catania e Messina, con piccoli paesi di montagna che ad ogni soccorso hanno già tempi medio – lunghi per arrivare a Bronte, e che sarebbero ulteriormente penalizzati. La situazione attuale della chirurgia è la punta di un iceberg che sembra andare alla deriva. Tra le proteste, si alza la voce del Comitato a difesa dell’ospedale di Bronte. “A breve attueremo delle iniziative di un certo spessore, – dice il presidente Biagio Venia – coinvolgendo tutte le forze politiche e sociali, chiediamo solo rispetto per il territorio, la garanzia del diritto alla salute sancito dalla Costituzione”. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 13-08-2016