Perché il nostro carretto siciliano e la bravura artistica dei nostri pittori di carretti non sono ancora riconosciute patrimonio dell’Unesco? Del resto nel maggio del 2001 una giuria internazionale incaricata presieduta dallo scrittore spagnolo Juan Goytisolo, ha proclamato l’Opera dei Pupi “capolavoro del patrimonio orale e immateriale dell’umanità” e nel marzo scorso la Commissione nazionale italiana per l’Unesco, su proposta del Ministero degli Esteri, dell’Università, dell’Ambiente, dell’Economia, ha candidato per il 2017, “l’Arte dei pizzaioli napoletani”, nella lista del Patrimonio. Entrambi, Pupi e Pizza, con i dovuti distingui, in ambito culturale e gastronomico sono frutto di arti artigianali di straordinaria fattura che si tramandano da generazioni e connotano la cultura e le tradizioni delle rispettive terre. Esattamente come il Carretto siciliano che meriterebbe il riconoscimento perché è fra i simboli più evidenti dell’identità della nostra bella Isola e dell’arte popolare, esprimendo non solo elementi di folklore, ma anche il carattere dei siciliani. A far diventare il nostro Carretto patrimonio dell’Umanità ci stanno provando i ragazzi della Pro Loco di Bronte che questa mattina, in occasione del primo “Carretto Sicily Fest” di Bronte, organizzato insieme ad Alfredo Gullotti che dei carretti siciliani di famiglia ne ha fatto un museo, presenteranno la candidatura del Carretto Siciliano come Patrimonio dell’Unesco, creando anche un registro ufficiale dei Carretti, in collaborazione anche con la Soprintendenza ai Beni Culturali. “Si concretizzerà – afferma il presidente Dario Longhitano – la volontà di tutti i carrettieri, i pittori, gli scultori, i poeti e gli storici di arte e cultura siciliana. Poniamo in essere le azioni necessarie per far conoscere al mondo la nostra storia”. Non stupisca che la proposta del Carretto patrimonio dell’Unesco giunga da Bronte e non dai paesi famosi per i pittori. La città del pistacchio è l’unica in Sicilia, insieme a Terrasini, ad avere un museo di carretti siciliani visitabile dai turisti. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 04-09-2016