Non c’è pace per l’ospedale di Bronte, unico presidio ospedaliero nel versante nord ovest dell’Etna, che nonostante le rassicurazioni avute a livello regionale e dall’Asp 3 di Catania, non riesce ad assicurare i necessari servizi al territorio. Inutili sono stati blitz e riunioni. Ad oggi l’Urologia, che era un fiore all’occhiello dell’ospedale di Bronte, con pazienti che venivano da tutta la Sicilia e dalla Calabria, da oltre un mese è chiusa, nonostante i nuovi locali aperti da poco, le attrezzature rinnovate e le tante prestazioni effettuate, visto che per trovare un ambulatorio analogo bisogna andare a Catania o ad Acireale. L’importanza di questo servizio è vitale, soprattutto nella prevenzione e cura di patologie che vanno da quelle oncologiche, alla più semplice calcolosi urinaria, si è contraddistinto in efficacia e funzionalità, nonostante le carenze organizzative e strutturali del presidio brontese, è stato il fiore all’occhiello della sanità etnea, ma a causa del ridimensionamento il reparto è stato trasferito al presidio di Acireale e nonostante ciò il dott. Salvia ha voluto mantenere il servizio ambulatoriale, con interventi in day surgery sino al momento pensionistico. Dal mese di ottobre la gestione e la responsabilità è passata al dott. Ingrassia, che dal suo insediamento ha sempre dimostrato la volontà di mantenere il servizio ambulatoriale, per poter continuare nella tradizione storica dell’urologia a Bronte, non con poche difficoltà dovute alle carenze della dotazione organica dei dirigenti medici di urologia. A quanto sembra ci sarebbero alla base delle difficoltà per la riattivazione, problemi di carattere burocratico, in particolare la mancanza di uno specifico ordine di servizio scritto, da parte della Direzione aziendale, che darebbe la legittimità, oltre alla sicurezza, ai medici per la copertura assicurativa per la trasferta, nonché (ma ci sembra irrisorio) alla copertura economica dovuta al rimborso, in quanto la spesa sarebbe di gran lunga coperta dall’introito delle prestazioni erogate dall’ambulatorio. Inoltre si eviterebbero i gravi disagi degli utenti della comunità brontese e limitrofa, che sarebbero “costretti” ad andare ad Acireale, anche per la semplice prescrizione del piano terapeutico, soprattutto anziani che rinuncerebbero, viste le difficoltà, anche alle cure, con le conseguenze correlate. A denunciare questi problemi è Salvo Tirendi, dirigente del NurSind, il sindacato delle professioni infermieristiche. L’Asp 3 di Catania, interpellata da noi, ha assicurato che l’ordine di servizio è stato già scritto, e a breve l’Urologia riaprirà almeno un giorno a settimana. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 17-11-2016
APERTO NEL 2002 CHIUSO A SETTEMBRE l. s.) Prima della chiusura, erano oltre mille le prestazioni effettuate dal servizio di Urologia. Molte di queste riguardavano soprattutto la prevenzione di tumori alla prostata o patologie importanti del sistema urinario. Aperto nel 2002 grazie all’impegno del dott. Salvia, in origine era un reparto, ma ultimamente era stato ridimensionato ad ambulatorio.