Sul necessario miglioramento dela bozza del Piano paesaggistico per i Comuni dell’area Simeto – Etna – come è emerso dall’importante Forum che si è svolto qualche giorno addietro al Real Collegio Capizzi di Bronte – sono intervenuti gli Ordini provinciali degli Architetti e degli Ingegneri, presieduti rispettivamente da Giuseppe Scannella e Santi Maria Cascone, come parte attiva nel processo di attuazione di questo strumento di pianificazione e tutela del territorio. Durante l’incontro – organizzato dall’Aicap (Associazione di professionisti, artigiani, e imprenditori) di Bronte – l’assessore regionale ai Beni culturali Carlo Vermiglio e la soprintendente di Catania Maria Grazia Patanè hanno affermato che lo stato attuale del Piano può di certo evolversi grazie a un processo più ampio di partecipazione. In questa cornice di collaborazione tra le istituzioni, gli architetti consegneranno nelle prossime settimana alle autorità preposte uno studio ragionato sulle problematiche riscontrate, mentre gli Ingegneri offriranno un contributo tecnico per determinare l’aspetto della salvaguardia del paesaggio. “Il Piano paesaggistico – ha commentato Giuseppe Scannella – è uno strumento di autogoverno dei territori di grande responsabilità, attraverso cui indirizzare la pianificazione urbanistica verso un processo di sviluppo sostenibile che dia valore alla trasmissione dei saperi, dei beni culturali, della conoscenza diffusa dei territori. Ecco perché è fondamentale sia conoscere le esigenze del territorio attraverso un processo di ascolto attento alle istanza delle comunità, sia mettere in relazione i due momenti di pianificazione, quella del paesaggio e quella urbanistica. Il Piano deve essere interpretato come strumento di servizio, lontano da funzioni meramente impositive”. “Ai Comuni – ha aggiunto Santi Maria Cascone – devono essere responsabile e resi protagonisti delle scelte che riguardano anche la gestione dei beni paesaggistici così come stabilito dalla Convezione europea del Paesaggio, al fine di orientare e armonizzare le trasformazioni che seguono i mutamenti di natura sociale, economica e ambientale. Il Piano Paesaggistico che sarà adottato avrà un chiaro e utile impatto sui territori dell’area, che così dovranno adeguare la loro pianificazione urbanistica tenendone presente l’importanza strategica del nuovo documento”. L’uso responsabile del sistema dei vincoli e delle tutele non sempre emerge chiaramente dagli elaborati di cui oggi si ha conoscenza, a volte perché basati su cartografie obsolete, a volte non rispondenti alle realtà territoriali. Come nel caso della individuazione dei boschi che, allo stato risponde più a un obbligo burocratico di rispetto verso cartografie inattendibili. Fonte “La Sicilia” del 22-12-2016