“La nuova rete ospedaliera sarà pure frutto di confronto, ma al tavolo non hanno partecipato i sindaci. Credo ne avessero titolo”. A sostenerlo è il sindaco di Bronte, Graziano Calanna, che afferma: “Ho l’impressione che si voglia far passare il messaggio che il diritto alla salute dei residenti del versante nord dell’Etna sia stato garantito, istituendo a Bronte un Presidio di zona disagiata. Non credo sia la verità. Oggi l’ospedale vanta servizi e reparti. Oltre alla direzione sanitaria abbiamo il Pronto soccorso, la Chirurgia, la Medicina, l’Ortopedia, la Cardiologia, la Radiologia, la Patologia clinica, la Farmacia, l’Ostetricia e la Ginecologia, Urologia, la Psichiatria e l’Anestesia. L’ospedale in zona disagiata – continua Calanna . se corrisponde a quanto previsto dal Decreto ministeriale del 2 aprile 2015 n. 70, invece, prevede un reparto di 20 posti letto di Medicina generale con un proprio organico di medici e infermieri, una Chirurgia ridotta che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery con la possibilità di appoggio nei letti di medicina, un Pronto soccorso presidiato da un organico medico dedicato all’emergenza – urgenza e la possibilità di eseguire indagini radiologiche. Se è solo questo, si tratta di un passo indietro e non possiamo accettare”. Calanna annuncia le prossime mosse. “Inviterò i sindaci dell’Osservatorio permanente sui diritti alla salute – conclude – di avere ospedali solo a sud dell’asse Biancavilla ed Acireale e nessun presidio di base nel versante nord dell’Etna, credo sia una scelta che debba essere spiegata”. Fonte “La Sicilia” del 13-01-2017