“Chiediamo di essere ricevuti al più presto dall’Ars a Palazzo dei Normanni. Lì esporremo le nostre ragioni e li ascolteremo le posizioni dei deputati regionali”. E’ la decisione dell’ “Osservatogrio sui diritti alla salute del versante nord ovest dell’Etna”, (composto dai sindaci dei Comuni che, dal punto di vista sanitario, gravitano attorno all’ospedale di Bronte), riunitosi questa mattina a Bronte su invito del sindaco della Città del pistacchio, Graziano Calanna. Al vertice, oltre al sindaco di Bronte, hanno partecipato i sindaci Michele Mangione di Randazzo, Salvatore Barbagiovanni di Maletto, Nino Cantali di Maniace, Salvo Calì di Cesarò e Antonino Pillera di Roccella Valdemone. Con loro anche l’assessore Aldo Virzi di San Teodoro, l’assessore di Maniace Rodolfo Arcodia, il vice sindaco di Bronte Vittorio Triscari con l’assessore Nuncio Biuso ed il presidente e vice presidente del Consiglio comunale di Bronte, rispettivamente Nino Galati e Giuseppe Di Mulo. “Ho invitato i miei colleghi – afferma Graziano Calanna – perché ci siamo accorti che, nonostante le tante battaglie, la nuova rete ospedaliera non valorizza, come è accaduto per altri, il nostro ospedale, ma lo penalizza. Eppure l’ospedale di Bronte è l’unico presidio della zona nord ovest dell’Etna a servizio di circa 10 Comuni, tutti distanti dall’Area metropolitana, dove sono stranamente concentrati tutti gli ospedali. Inoltre il nostro territorio è collegato con gli ospedali che la nuova riforma definisce “di base” con strade lente ed anacronistiche che, quando nevica come accaduto giorni fa, sono impercorribili se non addirittura chiuse al transito”. In pratica dalle notizie diffuse dalla stesso assessore Gucciardi ai media giorni fà, il futuro dell’ospedale di Bronte sarebbe quello di trasformarsi in un “Presidio di zona disagiata”, nel rispetto del decreto Balduzzi. Sembrerebbe che siano stati salvaguardati i servizi a tutela di una popolazione che, trovandosi appunto in una zona disagiata, dovrebbe avere il più vicino possibile servizi e reparti, ma leggendo il Decreto Ministeriale del 2 aprile 2015 n. 70, invece, quello di Bronte non sarà più un ospedale completo come con tutte le carenze organizzative è oggi, ma avrà soltanto un reparto di 20 posti letto di Medicina generale, una Chirurgia ridotta ed il Pronto soccorso. Così tutti i sindaci del territorio presenti all’incontro, più che interpellare politici e convincerli delle proprie ragioni, hanno deciso di passare all’azione: “Non ci bastano più – è stato detto a gran voce – le rassicurazioni che possono giungerci da un deputato o un rappresentante del governo regionale. Chiediamo di essere ascoltati dall’Ars”. Presto quindi i sindaci invieranno la richiesta al presidente Giovanni Ardizzone ed alla conferenza dei capigruppo dell’Ars. “La prossima settimana – aggiunge Graziano Calanna – incontrerò il sottosegretario alla Salute, Davide Faraone. Lo informerò che questo territorio non può accettare di vedere ridotti al minimo i servizi offerti dal proprio ospedale, perché si tratta di una scelta ingiusta e sbagliata. Gli dirò, inoltre, – conclude – che i sindaci insieme, siamo pronti ad intraprendere qualsiasi azione pur di salvaguardare il diritto alla Salute, se non la vita, dei cittadini che rappresentiamo”. Fonte “La Sicilia” del 16-01-2017
I SERVIZI PREVISTI – Ecco quali servizi prevede un ospedale di zona disagiata nel rispetto del Dm del 2 aprile 2015/70. Un reparto di Medicina generale, una Chirurgia che effettua interventi in Day surgery o eventualmente in Week Surgery che si appoggia ai posti letto della Medicina, solo per i casi che non possono essere dimessi in giornata, un Pronto soccorso, una Radiologia. Fonte “La Sicilia” del 16-01-2017