Che sia la volta buona per ripristinare la tratta ferroviaria di Rfi (Rete ferroviaria italiana) Alcantara – Randazzo in disuso dal 1994? Lo sperano gli abitanti della Valle Alcantara. La Camera ha approvato la proposta di legge per creare ferrovie turistiche nelle linee in disuso, o invia di dismissione, che si trovano in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, nel rispetto del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Quattro le tratte individuate per la Sicilia: la ferrovia Alcantara – Randazzo; la Castelvetrano – Porto Palo di Menfi e la Agrigento Bassa – Porto Empedocle (Agrigento e Trapani); Noto – Pachino (Siracusa). “Una legge tanto attesa – afferma la parlamentare nazionale Luisa Albanella, tra i firmatari della proposta di legge – che, con la sua approvazione definitiva, vedrà l’Italia tra le prime nazioni in Europa a disporre di norme precise, e soprattutto sicure, che disciplinano questo articolato e importante settore. Così sarà possibile sviluppare ulteriormente la vasta rete di ferrovie storiche e turistiche anche della nostra Regione. Stiamo dando al nostro territorio, l’opportunità di creare sviluppo e ricchezza partendo dalla riscoperta dell’immenso patrimonio storico-ingegneristico, e dalla valorizzazione di tratte ferroviarie in cui si mescolano storia, paesaggio e cultura». Il sindaco di Randazzo, Michele Mangione, sembra quasi non crederci: «Finalmente – afferma – potrebbe avverarsi un sogno che non credevamo potesse più realizzarsi. Quella nostra credo sia tra le tratte ferroviarie piè belle d’Italia dal punto di vista naturalistico e paesaggistico e ci fa piacere che la politica abbia capito di dover invertire la rotta, puntando alla riconversione sostenibile di siti di interesse». «Un passo importante per il nostro territorio – commenta anche il consigliere comunale Sara Sindoni – perché possa rilanciarsi attraverso una forma di turismo più sostenibile, in un percorso nuovo e innovativo». In pratica le tratte ferroviarie ad uso turistico restano nella disponibilità dei soggetti proprietari o concessionari, che sono responsabili del mantenimento in esercizio, della gestione di esercizio nonché della manutenzione, della funzionalità e della sicurezza delle medesime infrastrutture. Approvato alla Camera adesso si attende l’approvazione definitiva, ma la domanda è: chi paga per il ripristinino della Ferrovia. Dovrebbe pagare lo Stato nell’ambito del contratto di programma con il gestore dell’infrastruttura. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 30-01-2017