Jaime Leon Merito, che tutti chiamano soltanto “Leo”, è un siculo-colombiano girovago. Merito ha “esordito” nella vita a Medelin (’83), nel calcio ha mosso i primi passi tra i “giovanissimi” qualche anno più tardi (’94) a Bronte, tra i professionisti all’alba del terzo millennio ad Acireale. Per questo, siculo prima e colombiano poi. Dai granata di Pulvirenti e Lo Monaco al Pedara allenato da Pidatella qualche pallone lo ha rincorso, collezionando circa 200 presenza tra i “pro”: Gela, Catanzaro, Barletta, Latina, Pergocrema e Arzanese. Durante e dopo, qualche parentesi tra i dilettanti, ma sempre con lo stesso spirito “perché se sei professionista, lo rimani”, tiene a puntualizzare. Gol mai troppi, ma sempre importanti, come quelli con Biancavilla e Milazzo, entrambi valsi i tre punti. Che aggiunti alla rete del 3-0 sull’Avola, fanno tre, con una curiosità: ha segnato sempre di testa, aspetto tutt’altro che banale, visto che si tratta di un esterno. “Con buone doti di inserimento”, interviene all’improvviso, proprio come quella sua fulminea incornata 3 giorni fa al “Salmeri” ha sorpreso Cucinotta e Ingrassia. Al Noto (in D), 4 stagioni addietro, il maggior numero di gol segnati in un solo campionato, sei. E’ giunta l’ora di infrangere quel record? “Può darsi, ma va bene anche se i gol li fanno gli altri, magari su un mio assist”. Sicuramente più ordinario che segnare di testa, dato che da “Jolly del San Pio, è stato schierato su entrambe le fasce e qualunque altitudine. Ma il ruolo preferito qual’è? “Quello in cui decide di schierarmi il mister”. A proposito, cosa vi attende da qui in avanti? “Sette finali e come dice il nostro allenatore, dobbiamo affrontarle una per volta”. Se andassero tutte bene, sarebbe serie D. La ricetta per vincerle? “Lo spirito di gruppo, che ci ha portati fin qui. L’ho capito subito, da quando Chiavaro ( già suo compagno a Latina ndr) mi ha consigliato il progetto. Questo è un collettivo compatto, in cui i giovani giocano un ruolo importantissimo. Io, dal canto mio, cerco di insegnargli ciò che so e gli ripeto sempre che questa per loro può essere una grande occasione. E se dovesse andare bene…”. Come a Noto nel 2009? “Una parentesi di pochi mesi, l’unica in Eccellenza, prima di Pedara”. Si, ma in quel caso il Noto fu promosso. Simone Toninato Fonte “La Sicilia” del 01-03-2017