Timbrava il cartellino e poi lasciava il municipio per andare in giro per il paese, ad occuparsi di faccende personali, o addirittura tornava a casa. A fine servizio poi, come se nulla fosse, tornava in Municipio per strisciare il badge e concludere il lavoro che non aveva, però, effettuato. Nuovo caso di assenteismo in provincia: arrestato un dipendente del Comune di Pedara. Sono stati i carabinieri della locale stazione a fermarlo dopo averlo beccato in flagranza. L’uomo, assunto oltre 30 anni fa, ha un precedente per lo stesso reato e adesso dovrà rispondere di truffa aggravata e falso ideologico. Nessuno nella cittadina etnea sospettava più di lui, tutti pensavano infatti che dopo essere stato già “pizzicato” una volta, anni fa, si fosse messo la testa a posto, rigando dritto, e invece no. L’impiegato, che per conto dell’ente svolge mansioni esterne, invece avrebbe continuato con disinvoltura a truffare il Comune, stando a quanto accertato dai militari dell’Arma, ad allontanarsi dalla sede del Municipio, come se avesse qualcosa da consegnare e invece poi faceva tutt’altro anziché procedere col suo lavoro. Poi, poco prima dell’orario d’uscita rientrava in Comune, timbrava nuovamente, salutava i colleghi e andava via. Neppure i recenti casi di assenteismo scoperti dalle forze dell’ordine e balzati agli onori della cronaca a livello nazionale l’avevano minimamente turbato e fatto redimere. Appresa la notizia il sindaco Antonio Fallica si è detto “sconvolto per l’accaduto” ed ha subito contattato i dirigenti comunali per una verifica interna. “Siamo basiti – ha affermato il primo cittadino – e avvieremo tutte le procedure della nuova normativa, varata proprio per fronteggiare casi del genere. Non avevamo nessun sospetto sul dipendente – ha aggiunto il primo cittadino del paese etneo – che per il Comune effettuava servizi che prevedevano spostamenti e per questo non era facilmente controllabile. Applicheremo subito quanto previsto dalla legge Madia – ha concluso Fallica – in attesa che la giustizia faccia il suo corso”. Filippo Romeo Fonte “La Sicilia” del 02-03-2017