Per adesso può considerarsi solo interlocutoria, ma l’audizione dei sindaci del versante nord dell’Etna in Commissione regionale alla Sanitá per chiedere di non trasformare l’ospedale di Bronte in un Presidio di zona disagiata con appena 20 posti di Medicina ed una Chirurgia ridotta, è riuscita a convincere la politica regionale che l’intera area non può fare a meno di un ospedale attrezzato con le Unitá operative più importanti e che il bacino di utenza comprende anche diversi paesi del messinese. Detto ciò, è legittimo da parte dei sindaci e dei presidenti dei Consigli comunali chiedere che il piano ospedaliero venga rivisto e che l’ospedale di Bronte venga potenziato. All’audizione non hanno partecipato solo il sindaco di Bronte, Graziano Calanna e il presidente dell’assemblea consiliare Nino Galati, invitati direttamente dal presidente della Commissione, Giuseppe Digiacomo, ma anche i sindaci di Randazzo, Maletto, Maniace e Santa Domenica Vittoria con diversi consiglieri comunali, con diversi deputati regionali. Precise le richieste effettuate dai sindaci, tutte racchiuse in un documento consegnato nelle mani di Digiacomo: che l’ospedale di Bronte venga considerato Ospedale di Base, che la sua pianta organica venga dotata per personale medico e paramedico che oggi manca in maniera stabile, che la struttura ospedaliera in tutti i reparti venga dotata di tutte le attrezzature tecnologiche necessarie alla diagnosta e alla cura, che riprendano e si concludano con urgenza i lavori di ristrutturazione e che venga tutelato il Punto nascita. Inoltre è stato chiesto il potenziamento degli ambulatori negli altri Comuni e i servizi di Pte ed Rsa (Residenza sanitaria assistita) di Randazzo. A questo il sindaco di Bronte, Graziano Calanna ha aggiunto con forza che venga ripristinato a Bronte il servizio di Urologia. E qualche risposta è arrivata subito. Il direttore generale dell’Asp 3 di Catania, Giuseppe Giammanco, presente in audizione, ha assicurato che presto Urologia riaprirà i battenti e che l’intricato iter burocratico sulla ripresa dei lavori fra 3 settimane potrebbe concludersi. Di conseguenza a breve gli operai potrebbero tornare nel cantiere per completare quello che hanno iniziato nel 2006. Per sapere se le richieste dei sindaci saranno assecondate però bisognerà attendere, con l’interlocuzione fra i sindaci e la Commissione che rimane aperta. Per questo Graziano Calanna rimane con i piedi per terra. «Prendiamo atto delle buone intenzioni, – ha affermato – ma non abbasseremo la guardia fino a quando il territorio non vedrà fatti concreti». Fonte “La Sicilia” del 10-03-2017