Nonostante le rassicurazioni della Commissione sui Servizi Sociali e Sanitari dell’Ars ai sindaci ed ai presidenti dei Consigli comunali del versante nord dell’Etna, regna la sfiducia sulla possibilità di potenziare i servizi ospedalieri e sanitari del territorio. Nonostante le dichiarazioni festose su un futuro più roseo, infatti, in pochi credono che la volontà politica si trasformi in fatti e che anzi crisi economica e scelte politiche, sicuramente più favorevoli alle aree metropolitane, finirà per annientare quel poco di servizi ospedalieri e sanitari che ancora resistono nella zona settentrionale dell’Etna, dove a cavallo fra le ex Province di Catania e Messina gravitano oltre 40 mila abitanti. Per questo il giorno dopo l’audizione in VI Commissione, all’apparenza positiva, nelle dichiarazioni dei politici locali regnano prudenza e scetticismo. Neanche il sindaco di Randazzo, Michele Mangione, che è del Pd che oggi sorregge la Giunta regionale ed il Governo nazionale, è ottimista. “Diciamolo chiaramente – afferma – solo se la politica si renderà conto che c’è un intero territorio che vive particolari esigenze per la sua posizione geografica, per le sue caratteristiche montane, perché è lontano dai centri ospedalieri più attrezzati e denuncia gravi problemi di mobilità a causa delle difficili condizioni del sistema viario e dei trasporti, il sistema sanitario di questo versante dell’Isola si salverà. Diversamente sarà solo fatica sprecata”. La sfiducia deriva dalle scelte per il territorio effettuate dalla Regione: ben 6 ospedali di livello (hub, spoke e di base) nei 45 chilometri del versante sud dell’Etna ed appena un Presidio di zona disagiata negli altri 85 di quello nord. Inoltre, sono evidenti le condizioni dell’ospedale di Bronte, lasciato senza primari e personale, e quelle della Rsa di Randazzo, dove sono stati dimezzati i posti letto per carenza di personale più che per i prossimi lavori. Nonostante lo scetticismo, la Città di Randazzo le richieste alla Regione per potenziare i servizi le ha formalizzate. Vediamole nel dettaglio: 1) Il ripristino immediato dei 31 posti di Rsa; 2) La costituzione di un modulo di “Hospice”, con 8 camere e 16 posti letto; 3) il mantenimento del servizio di Pte con 2 ambulanze; 4) il potenziamento della rete ambulatoriale con particolare riguardo agli ambulatori di Cardiologia che permetta l’espletamento delle metodiche di diagnostica strumentale non invasive di Diabetologia e Ortopedia. Insomma, servizi tutto sommato normali in un paese di 11 mila abitanti, che oggi invece è costretto a battersi affinché i medici del Pte rimangano sempre due. Gaetano Guidotto
CIO’ CHE RESTA DELL’OSPEDALE – Un tempo quello di Randazzo, era un ospedale completo. Oggi rimane ben poco, con la popolazione costretta a difendere a denti stretti i pochi servizi che offre, ovvero il Poliambulatorio, la Guardia medica, Punto di Primo intervento e l’ambulanza del 118 e la Rsa con 16 posti letto che sulla carta dovrebbero essere 31. Da anni si chiede un servizio di emergenza urgenza migliore. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 14-03-2017