E’ stata presentata e già votata in Commissione Sanotà, la nuova bozza della futura rete ospedaliera della Sicilia. Diverse le critiche alla nuova stesura, per alcuni profondi cambiamenti che interesseranno molti ospedali della Sicilia. Il Governo regionale, continua la sua missione di tagliare posti al pubblico per garantirli ai privati, e anche stavolta il piano và in questa direzione. Quasi confermata la situazione della provincia di Catania, dove resuscita l’ospedale di Paternò, dato per accorpato in un primo momento e ora addirittura dovrebbe riaprire anche il punto nascite, mentre viene penalizzato ancora una volta l’Ospedale di Bronte, “promosso” ad ospedale di zona disagiata. Nel nuovo piano, Bronte dovrebbe avere 84 posti letto, di cui 44 (oltre la meta) di lungodegenza, di questi, al momento, 32 sono assegnati a Randazzo, anche se per ora ridotti a 16. Restano 40 posti, da dividere tra medicina, chirurgia, ostetricia ed ortopedia. Ma la vera preoccupazione è un’altra. Bronte, guardando la storia, sta subendo la stessa sorte toccata qualche decennio fa a Randazzo, dapprima depotenziato, e poi relegato allo stato attuale a Punto di emergenza. Un territorio ancora una volta penalizzato da logiche di risparmio e di territorio. Bronte è l’unico ospedale in un intero versante, e mentre Paternò e Biancavilla, distanti appena 10 km, ed a meno di 10 minuti da Catania, vengono lasciati come presidi di Base, con una giusta dotazione di personale e reparti, Bronte rischia di dire addio definitivamente ad Urologia, e prossimamente ad Ortopedia e Punto Nascite. Un tagli che un intero territorio non può subire, e che i sindaci dei Comuni che ne fanno parte, dovrebbero seriamente difendere specie in vista delle imminenti elezioni regionali. Domani sera, alle 18,30; nell’auditorium del Real Collegio Capizzi, si terrà un convegno con a tema l’ospedale. Dovrebbe partecipare l’assessore alla salute della Regione Baldo Gucciardi ed il dottor Giammanco direttore generale dell’Asp 3 di Catania. Potrebbe essere un’occasione giusta per fare sentire la voce di cittadini abbandonati dalle istituzioni. Infine, possiamo dire che il governatore Crocetta, come sempre ha mantenuto le promesse; in campagna elettorale aveva dichiarato che avrebbe potenziato l’ospedale. Come ha fatto in questi 5 anni, dichiara una cosa e fa l’opposto, infatti Bronte sarà fortemente penalizzato. Infine, dobbiamo dirlo, se devono lasciare un ospedale solo sulla carta, meglio chiuderlo. Non è possibile spiegare alla gente che ha bisogno, che molti servizi non ci sono più, per colpa di scellerate scelte politiche, e mettere a rischio sia i cittadini che gli operatori.