Era il 22 novembre del 2002, quando Vito Spitaleri di Bronte, al tempo 35 enne, sferrò una coltellata all’addome a Salvatore Germanà Bozzo che allora aveva 52 anni. I due si erano avventurati con la Ford Fiesta di Germanà lontano da Bronte, esattamente in contrada Fumata al confine con Adrano. Qui, dopo una discussione animata, Spitaleri tirò fuori il coltello e lasciò per terra agonizzante la sua vittima. I carabinieri subito sospettarono dell’uomo e dopo qualche giorno trovarono a carico di Spitaleri due pesanti indizi: il coltello a serramanico usato per il ferimento e il possesso dell’auto di Germanà Bozzo. Per il reato commesso adesso Vito Spitaleri è finito in carcere, arrestato dai carabinieri della Stazione di Bronte, in esecuzione di un ordine di carcerazione emesso dal Tribunale di Catania. L’uomo, ritenuto colpevole dai giudici di tentato omicidio, dovrà scontare un residuo pena equivalente a 5 anni di reclusione nel carcere di Catania. Vito Spitaleri è particolarmente conosciuto a Bronte e non è la prima volta che viene denunciato. Di Spitaleri si parlò nelle pagine di cronaca nel ’99, quando picchiò il padre settantenne e si fece trovare dai carabinieri in casa con in mano del liquido infiammabile e un accendino, pronto a bruciarsi vivo se lo avessero arrestato. Cinque anni prima, inoltre, aveva ferito la propria madre perché non gli diede un milione di lire subito e altri dieci l’indomani. Nel marzo del 2014 fu arrestato dai militari dell’Arma per furto di materiale ferroso all’interno di un cantiere edile, ma nell’agosto del 2012 fu anche ritenuto responsabile dell’incendio del portone dell’allora vice sindaco del Comune di Bronte, Melo Salvia.