“L’ordinanza del giudice della terza sezione civile di Catania, Dora Bonifacio, che ha condannato il Comune di Randazzo a pagare 15 euro al giorno a ciascuno dei 13 proprietari dei terreni vicini al depuratore che emana miasmi maleodoranti, non parte dal marzo del 2016, ma dal 25 giugno del 2017”. A sostenerlo è il sindaco di Randazzo, Michele Mangione, dopo essersi consultato con il legale del Comune, l’avvocato Carmen Cammarata: “Non è nemmeno ravvisabile come “risarcimento” – prosegue il sindaco – in quanto non è stata intentata causa per la fattispecie”. “Il termine – conferma l’avvocato Cammarata – decorre dal momento in cui è stata comunicata al Comune l’ordinanza, non certo dallo scorso anno. E non potrebbe essere diversamente. Il giudice non può condannare con effetto retroattivo. In quanto solo nel febbraio di quest’anno i ricorrenti hanno presentato la richiesta. Ribadisco che non si tratta di un risarcimento, ma diciamo di una sorta di penale. Di questo sono certa anche per aver parlato personalmente con il giudice, che è disponibile a ricevere una istanza a chiarimento di ogni dubbio”. Una buona notizia per le casse del Comune che, se questa interpretazione dell’ordinanza fosse esatta, risparmia di colpo qualcosa come 80 mila euro, un pò meno per i 13 ricorrenti che comunque ribattono. “Non condivido a pieno questa interpretazione – spiega l’avvocato Rosario Magro che difende gli interessi dei proprietari dei terreni – purtuttavia rispetteremo qualsiasi interpretazione autentica che dovesse provenire dal giudice. Ritengo che se l’ordinanza non voglia punire il Comune, che non ha ottemperato a quanto ordinato dal Tribunale il 13 marzo del 2016, quanto meno debba prevedere il pagamento dalla data in cui abbiamo presentato l’istanza, ovvero dal 18 febbraio del 2017. Al di là di tutto – conclude – l’intento dei miei assistiti è quello di poter tornare a soggiornare nelle proprie campagne senza dover sopportare miasmi maleodoranti e comunque l’ordinanza sancisce un principio: o il Comune risolve il problema o paga ogni giorno, creando danno all’erario”. E su questo il sindaco Mangione conferma: “La nostra intenzione è comunque quella di risolvere definitivamente il problema. Abbiamo in mente una possibile soluzione. La prossima settimana convocheremo le parti”. E l’assessore Vincenzo Ceraolo ci conferma che il Comune è riuscito a recuperare le somme per scavare un pozzo d’acqua direttamente nell’area del depuratore e che fino a oggi è stato rifornito con delle autobotti. In tanti si chiedono però se solo questo basterà. Intanto, il depuratore che fa puzza costa 195 euro al giorno… Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 09-07-2017