Si torna a parlare dell’ospedale di Bronte, ma non per la ripresa dei lavori, ma per degli atti di vandalismo perpetrati in alcuni locali del nosocomio brontese. La scoperta di pavimenti e muri imbrattati di vernici e pitture edili è stata fatta ieri mattina presto. Le scale per salire in Pediatria, un tratto di corridoio, e i bagni degli spogliatoi degli anestesisti sono stati imbrattati di colore, in alcuni muri anche frasi senza senso a corredo del vandalismo. Il gesto è molto grave, anche perché sembra che fosse già premeditato. Infatti chi si è introdotto in ospedale, probabilmente dalla via Aidala meno trafficata e incustodita, ha scassinato la porta di un locale adibito a magazzino della ditta che eseguiva i lavori, prelevando le vernici e le varie pitture. Ciò fa pensare che chi ha agito sapesse bene cosa fare, idea rafforzata dal fatto che nessuna altra stanza è stata scassinata, e nulla è stato rubato né nel cantiere né nei locali dell’ospedale. “Ci troviamo di fronte ad un atto delinquenziale – dichiara il dottor Giuseppe Spampinato Dirigente medico del Distretto ospedaliero Catania 2, che accorpa gli ospedali di Biancavilla, Bronte e Paternò – perpetrato ai danni di una comunità che non merita tutto ciò. Ad agire sono stati dei teppisti, che chissà cosa avevano in testa. Noi volevamo mettere delle telecamere all’ingresso e nei corridoi di ingresso, ma i sindacati si sono opposti per la legge che vieta le riprese nei luoghi di lavoro. Ma dopo questo gesto, tornerò alla carica e farò il possibile per installare delle telecamere, per scongiurare questi ed altri gesti peggiori. Fortunatamente ieri stesso i nostri ausiliari hanno provveduto ad una pulizia, anche se in alcuni muri sarà necessario rifare la pittura. Inoltre chi è entrato, ha portato con se delle bombolette spray di colore usati sui muri”. Un atto vandalico che riaccende i riflettori su un ospedale che doveva essere ristrutturato, e invece è rimasto nel limbo. Tra lavori mai completati e reparti ultra moderni ma a volte non utilizzati. Un presidio che dovrebbe dare un’assistenza di base ad un territorio con oltre 50 mila abitanti, pur con pesanti e dannosi tagli, proprio nei pressi della zona vandalizzata dove è rimasta chiuso l’ambulatorio di Urologia, e alcuni locali di nuova costruzione. Questi locali sono raggiungibili da via Aidala, e senza sorveglianza si può entrare in ospedale, come avvenuto qualche mese fa quando un furto è stato compiuto ai danni di un medico che lavora nel nosocomio. Dell’accaduto sono stati informati i carabinieri della locale Stazione, che hanno effettuato un sopralluogo. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 30-07-2017