A distanza di un anno la storia si ripete, sempre in una domenica di agosto, con decine di ettari di territorio del Parco dell’Etna in fiamme. In piena zona “D”, tra i Comuni di Bronte e Maletto. Una lotta impari, che ancora una volta fa riflettere su una piaga che la Sicilia non ha mai combattuto seriamente, con una adeguata prevenzione, ma che lascia alla buona volontà degli operatori sul campo l’arduo compito di tamponare i danni. Anche ieri diversi incendi. Il più grande nelle contrade Sorge, Pietralonga e Roccaro. Diverse le masserie sfiorate dalle fiamme, con le squadre di vigili del fuoco di Randazzo, Linguaglossa e Maletto, insieme a dieci della forestale coordinate dal comandante del distaccamento di Bronte, isp. Ruffino, impegnate a spegnere le fiamme su un fronte lungo oltre due km. A collaborare alle operazioni di spegnimento anche dei volontari della protezione civile e tanti cittadini che con mezzi di fortuna hanno fatto il possibile per circoscrivere l’incendio. Nei luoghi interessati poche le strade, e inoltre inaccessibili ai mezzi, circostanza che ha rallentato le operazioni di spegnimento, non sono serviti a nulla i viali parafuoco, larghi appena 10 metri. Richiesto anche l’intervento aereo, ma purtroppo non vi erano velivoli disponibili se non in serata. Per fortuna diversi allevatori sono riusciti ad allontanare gli animali, portandoli in salvo. Anche a Randazzo, altri incendi hanno interessato la zona di Montelaguardia, in contrada Donna Bianca, fiamme anche in contrada Sant’Elia, dove una casa rurale è stata distrutta dalle fiamme. Danni enormi, causati probabilmente dalla mano dell’uomo, e aiutati da una temperatura eccezionale, vicina ai 40 gradi che ha reso l’intervento di spegnimento lungo e faticoso. Sull’Etna è stata una giornata di fuoco anche quella di sabato. In bilancio c’è pure un ferito. Un operaio forestale della squadra di Linguaglossa, Nino Lo Monaco, è rimasto ustionato mentre era impegnato nel territorio di Castiglione. L’uomo non sarebbe grave, ma resta ricoverato all’ospedale Cannizzaro. Nella zona d’intervento, tra quota MIlle e monte Dolce, sono stati decine e decine gli ettari di terreno percorsi dalle fiamme, fra cui querceti e castagneti. Per Lo Monaco è arrivato il plauso del sindaco di Castiglione, Antonio Camarda, mentre resta caldo pure il tema della carenza di risorse in campo. L’intervento aereo lungamente richiesto dai forestali è arrivato solo ieri mattina, quando il grosso dell’incendio era già stato domato da operai e pompieri. LUIGI SAITTA, FRANCESCO VASTA Fonte “La Sicilia” del 07-08-2017