Uno specchio d’acqua, dei bastoncini di legno che sorreggono una grande rete, e poi delle “cardelline”, come richiamo d’amore, chiuse in una gabbia. Si tratta di una trappola per cardellini, una vera e propria “tela di ragno” realizzata dall’uomo per catturare un esemplare vivo da vendere poi, possibilmente, nel mercato nero. Una trappola come questa è stata trovata dagli uomini del
Corpo, forestale del Distaccamento di Bronte al comando dell’ispettore superiore forestale, Antonino Ruffino in contrada Sorge in uno slargo in piena campagna trasformato dai bracconieri in un campo vero e proprio campo di cattura illegale. La Guarda forestale era intenta ad effettuare una ricognizione per perimetrare l’area distrutta dall’incendio che, nei giorni scorsi, ha interessato il sentiero turistico delle acque di Santa Venera, quando ai margini della zona incendiata le guardie forestali hanno sentito il forte cinguettare delle cardelline. Così si sono avvicinati fino a giungere a uno spiazzo dove hanno trovato la trappola pronta per scattare. Vicino alla rete trovato anche uno zaino, probabilmente lasciato dai bracconieri che sono scappati di gran fretta vedendosi scoperti dalle guardie. Tutto era ben congegnato: il cinguettio degli uccellini in gabbia attirava i cardellini in volo che appena vicini, visto il gran caldo, ne approfittavano per abbeverarsi dai contenitori d’acqua. A questo punto per i bracconieri il gioco era fatto: bastava tirare la corda legata ai bastoncini di legno perché la rete sarebbe caduta inesorabilmente sul cardellino impossibilitato a muoversi. L’intera trappola è stata sequestrata. Gli uomini del Corpo forestale intanto annunciano l’intensificazione dei controlli nel territorio, al fine di reprimere reati come questo. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 03-09-2017