Com’era prevedibile, rischia di diventare argomento buono per gli avvocati il decreto con cui la Regione siciliana ha autorizzato il Centro di primissima accoglienza per 59 minori non accompagnati nell’ex albergo Parco dell’Etna di Bronte. Il sindaco Graziano Calanna ha inviato una lettera al presidente Rosario Crocetta, all’assessore alla Famiglia, Carmencita Mangano, al dirigente generale del Dipartimento Famiglia e Politiche sociali, dott. Mario Candore (che poi è colui che ha firmato il decreto), ai presidenti nazionali e regionali dell’Anci e per conoscenza al Prefetto di Catania, annunciando che si rivolgerà alle “autorità competenti” se non verrà revocato il decreto. «La motivazione è semplice – spiega Calanna – il dipartimento, prima di fornire l’autorizzazione, è stato invitato a sentire le autorità statali e, in particolare, gli uffici del ministero dell’Interno. Non lo ha fatto. Eppure gli è stato raccomandato, da un parere dell’ufficio legislativo e legale della Presidenza della Regione Siciliana. Parere che, intendiamoci, io contesto perché conferma la legittimità delle procedure seguite dalla Regione, ma che alla fine così recita: “Al quesito, posto nei superiori termini, non può che rispondersi che la prassi sinora seguita, è legittima… La stessa, invero, potrebbe essere riconsiderata – anche in relazione del ruolo rilevante riconosciuto agli Enti locali dalla citata normativa statale ed europea – nel caso di autorizzazione al funzionamento di strutture destinate all’accoglienza di migranti e, soprattutto, dei minori non accompagnati. Tuttavia, venendo in rilievo anche norme di fonte statale che richiedono un’uniforme applicazione su tutto il territorio nazionale, e in considerazione della delicatezza della materia in esame, si invita codesto dipartimento a sentire al riguardo le componenti autorità statali e, in particolare, gli uffici del ministero dell’Interno». «Il parere – conclude Calanna – è chiarissimo. Prima si sente il ministero dell’Interno, poi semmai si autorizza. Per questo ho chiesto l’immediata revoca del decreto, avvisando che, in ipotesi di inerzia, saranno prontamente adite le autorità competenti». Intanto prosegue la raccolta di firme per chiedere il rispetto dell’accordo Anci-Viminale che impedirebbe che a Bronte arrivino più di 49 migranti. Si ricorda, infatti, che a Bronte fra Sprar e centri di accoglienza già autorizzati di migranti già ne sono ospitati 50 e con l’arrivo dei minori di primissima accoglienza autorizzati dalla Regione arriverebbero a 109. «Noi ribadiamo – conclude Calanna – la nostra volontà a ospitarne anche qualcuno in più, ma l’accordo Anci-Viminale non può essere disatteso». Fonte “La Sicilia” del 13-10-2017