Il decreto guide varato da Anthony Barbagallo non sarebbe «un regalo alla casta della montagna», ma anzi un modo per aprire l’Etna anche all’attività di altre guide che non siano alpino-vulcanologiche. Lo sostiene il Collegio regionale che riunisce questi ultimi professionisti, presieduto da Biagio Ragonese, che contrattacca dopo la bufera dei giorni scorsi. Il provvedimento dell’ex assessore regionale del Turismo, attraverso una perimetrazione, ha riservato l’accompagnamento nella fascia dai 2000 metri in su alle guide vulcanologiche, aprendo invece il territorio etneo restante alle nascenti guide di media montagna. Ripartizione contestata da vari addetti ai lavori, fra cui l’Aigae, l’Associazione italiana Guide ambientali escursionistiche. «Gli attacchi a mezzo stampa sono ingiuriosi ed offensivi e denotano non conoscenza delle norme – scrive in una nota il Collegio – l’art. 23 della legge 6/1989, recepita dalla Regione, prevede che l’attività di accompagnamento a titolo professionale di persone in escursione sui vulcani è riservata esclusivamente alle guide alpine in ogni condizione di terreno, o alle guide vulcanologiche quando non è necessario l’uso di corde, piccozze e ramponi». L’accompagnamento sui vulcani, seguendo l’analisi del Collegio, è dunque «riservato a queste due figure, professioni regolamentate, tant’è che è prescritto l’obbligo di iscrizione all’albo». Esclusività confermata, ragionano le guide, anche richiamando la legge 4/2013 sulla liberalizzazione delle professioni tirata in ballo dall’Aigae. «La norma, secondo i principi comunitari di concorrenza e libera circolazione, spiega cosa possono fare le professioni non organizzate in ordini o collegi – cioè, si legge – un’attività economica volta alla prestazione di servizi od opere ad esclusione delle attività riservate per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi». Dunque, ribadiscono le guide, «l’accompagnamento sui vulcani è riservato per legge a soggetti iscritti in albi o elenchi, e nessuna guida ambientale escursionistica può esercitare». Segue poi la difesa del decreto Barbagallo: «L’assessore ha promosso decine di incontri per venire a capo di una situazione ingarbugliata che vede proprio l’Aigae, tra gli altri, operare con i suoi associati sui vulcani in spregio e violazione delle norme vigenti». La perimetrazione sarebbe in realtà «l’unico modo plausibile di consentire alle guide ambientali, di media montagna e naturalistiche e così via, di accedere ad un territorio a loro interdetto». «Senza questo decreto le guide Aigae non potrebbero arrivare nemmeno ai 2000 metri – conclude il Collegio – e dovrebbero solo essere denunciate per esercizio abusivo della professione».
Francesco Vasta Fonte “La Sicilia” del 03-12-2017
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