Prosegue l’opera di aggressione ai patrimoni mafiosi a opera della Direzione investigativa antimafia di Catania, diretta da Renato Panvino, in stretta sinergia con la procura di Catania guidata da Carmelo Zuccaro. Ieri è toccato al trentasettenne Antonio Salvà Gagliolo, considerato elemento di spicco della mafia brontese, subire una confisca da mezzo milione di euro, su decreto emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Catania. Si tratta di una impresa individuale attiva nel settore del commercio di autoveicoli, sei beni immobili, sei beni mobili registrati e diversi rapporti finanziari. Salvà Gagliolo, ripetutamente arrestato (tra il 1998 e il 2015) per furto aggravato, danneggiamento, ricettazione, riciclaggio di automezzi con numero di telaio alterato, associazione per delinquere, truffa – tutti reati che hanno avuto per oggetto automezzi pesanti e macchine industriali – è stato spesso trovato in compagnia di mafiosi. Inoltre è fratello di quel Daniele che nel 2001 fu denunciato per concorso nel tentato omicidio del boss Francesco Montagno Bozzone, considerato capo dell’omonimo clan mafioso operante nell’area di Bronte e collegato al più noto e pericoloso clan dei “Carcagnusi” di Catania. In base alle indagini della Dia di Catania, che hanno interessato anche il nucleo familiare dello stesso soggetto, è stato chiarito che il patrimonio di Antonio Salvà Gagliolo, già sottoposto a sorveglianza speciale, non sarebbe in linea con i redditi dichiarati e l’attività svolta. Non a caso era già stato sequestrato nel 2016.