Riscossione Sicilia non ha risposto alla richiesta di chiarimenti sui 5 milioni e mezzo di euro che Randazzo ritiene di dover ricevere e il Comune ha deciso di passare alla linea dura. Il vicesindaco, Gianluca Lanza, annuncia che verrà inviata una diffida, primo passo verso un possibile contenzioso legale. In verità la diffida doveva già essere inviata lunedì scorso, ma come ha confermato lo stesso vicesindaco problemi di natura tecnico informatica hanno impedito l’accesso ai dati in possesso del Comune. «E noi – afferma Lanza – vogliamo inviare a Riscossione Sicilia quei dati che rendono la nostra richiesta ineccepibile. La società deve dirci se per quel preciso ruolo ancora è in fase di riscossione o se ha già riscosso». Il vicesindaco assicura che la diffida sarà inviata presto. In teoria anche oggi, computer permettendo. Che il Comune potesse pretendere da Riscossione Sicilia una somma così grossa fino a qualche mese fa era impensabile, ma nel dicembre scorso, lo stesso Lanza ci ha informato che da una verifica era emerso che Riscossione Sicilia doveva al Comune 5 milioni e 560 mila euro. Una cifra enorme per un Comune con le difficoltà economiche di Randazzo, che purtroppo ha debiti certi, liquidi ed esigibili per circa 3 milioni e mezzo, per i quali si è ricorso a un piano di riequilibrio. Così dopo aver fatto e rifatto i conti, il sindaco Michele Mangione ha scritto alla società di riscossione regionale, chiedendo conto e ragione di queste somme. Il perché “Riscossione Sicilia” dovrebbe questi soldi al Comune è presto
detto. Svolgendo il servizio di esattoria, dovrebbe riscuotere per il Comune le tasse locali non pagate dai cittadini e messe a ruolo dal Comune per poi restituirle. L’operazione è semplice, il Comune scaduti i termini per pagare dovrebbe mettere a ruolo le bollette non riscosse e le invia a Riscossione Sicilia che dovrebbe costringere il debitore a pagare con tutte le armi che la legge gli mette a disposizione. A sentire il vicesindaco, il Comune in passato avrebbe messo a ruolo delle bollette non pagate, ma non avrebbe riscosso nulla. Per questo è stata inviata la lettera di accertamento cui Riscossione Sicilia, a sentire il vicesindaco, ha ben pensato fino ad oggi di non rispondere. Intanto, viste le condizioni economiche del Comune, che spesso non paga dipendenti e operatori ecologici, tutti si augurano che questi soldi siano dovuti e che magari, accertato il ritardo, vengano pagati con tanto di mora ed interessi, come avviene del resto per qualsiasi contribuente. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 24-01-2018