La Prefettura di Catania forza i tempi per ripristinare la pista intercomunale dell’Etna che, a 3000 metri di quota, collega Piano delle Concazze con Torre del Filosofo. Una pista costruita decine di anni fa, senza autorizzazione, da parte dei Comuni. Al momento è impraticabile, perché interrotta da una colata lavica. Ieri a Catania, in via Prefettura, si sono riuniti i tecnici dei Comuni di Randazzo, Maletto, Bronte, Adrano e Biancavilla tutti interessati dai possibili lavori di ripristino della pista, ma dei sindaci erano presenti solo quelli di Randazzo e Maletto, Michele Mangione e Salvatore Barbagiovanni. Presenti anche esponenti dell’Azienda foreste demaniali di Catania e del Parco dell’Etna, entrambi direttamente interessati ai lavori di ripristino della nuova strada. L’azien – da forestale, infatti, dovrebbe finanziare i lavori, mentre il Parco dovrebbe redigere il progetto del nuovo tracciato che dovrebbe essere disegnato a una quota più bassa rispetto a quella attuale, per mettere la pista più al riparo dalla furia del Vulcano. In pratica, il Parco dovrà progettare e consegnare l’elaborato all’Azienda che, dopo aver ottenuto il visto da parte di tutti i Comuni, dovrebbe procedere alla realizzazione dei lavori con la Prefettura che spera che almeno l’iter burocratico possa concludersi entro i prossimi 15 giorni. Tempi stretti dunque, anzi strettissimi. Quasi si stenta a credere che la burocrazia siciliana possa completare tutto in pochi giorni, ma questo è il diktat imposto dal prefetto e dovrebbe essere rispettato. La Prefettura di Catania, infatti, considera la strada che sfiora il cratere centrale dell’Etna “importante ai fini della Protezione civile” e immaginando che presto si scioglierà la neve, la stagione turistica potrebbe iniziare prima. Quindi è necessario farsi trovare pronti. Nulla è emerso, invece, durante l’incontro su come risolvere i problemi derivanti dal fatto che la zona sommitale è patrimonio dell’Unesco e quindi non si potrebbe toccare nulla. I Comuni, intanto, pronti a sostenere l’iniziativa della Prefettura, rimangono a guardare ed attendono di ricevere il progetto. Sanno che la strada che si realizzerà sarà percorribile solo per motivi di ricerca scientifica e di Protezione civile, ma temono che verrà utilizzata per accompagnare i turisti ad ammirare il cratere centrale. Se così fosse, oggi dicono di essere pronti a protestare, per rivendicare anche loro il diritto di poter pianificare nei loro territori la valorizzazione del turismo legato alla bellezza delle quote più alte dell’Etna, oggi esclusivo privilegio di Linguaglossa e Nicolosi. Fonte “La Sicilia” del 10-03-2018