Il senso della giornata sta tutto in quella sbarra tornata ad aprirsi. Per Salvatore Puglisi e Antonio Camarda, sindaci da quasi un anno a Linguaglossa e Castiglione, era diventata un vero e proprio tormento. «L’ho sognata anche la notte», dice il primo ricordando le inquietudini della scorsa estate – Puglisi si era insediato mentre l’emergenza Piano Provenzana sembrava aver raggiunto il punto di non ritorno. Dopo cinque anni di scontro politico, nessuna soluzione era stata ancora trovata per la gestione della pista sterrata, di proprietà dei due Comuni, che dalla stazione turistica di quota 1800 conduce fino alla cima dell’Etna. Questo aveva portato al blocco delle escursioni ai crateri, principale attrattiva del luogo, facendo ancor più deflagrare la crisi di flussi che il versante nord del vulcano patisce da anni. Da quella ricostruzione, seguita all’eruzione del 2002, che non ha però riportato Piano Provenzana agli antichi splendori. Dopo più di un anno di stop – l’esta – te scorsa i tardivi tentativi di affidare il servizio era stati un buco nell’acqua – i motori delle jeep sono tornati a rombare per il primo maggio. «L’estate l’abbiamo salvata, e siamo convinti di aver posto le basi per il rilancio dell’intero versante, serve solo tempo», lo ripetono all’unisono Camarda e Puglisi. Le escursioni sono ripartite grazie alla concessione provvisoria varata a gennaio e vinta, per la prima volta, da un operatore diverso dalla storica azienda attiva su Etna nord: si tratta della società Etna mobility, nata dall’accordo fra l’agenzia Etna discovery e imprenditori come i fratelli Vaccaro, già protagonisti del business delle Gole dell’Alcantara. Jeep e guide sono già in piena attività: mentre infatti sindaci e giornalisti riaprono la strada di Etna nord, sono già partite le prime gite del 2018. A bordo dei mezzi ci sono italiani, ma anche tedeschi e francesi. L’appalto delle escursioni limitato all’estate è stato bandito nelle more dell’inedita procedura per il project financing sistema Etna-Alcantara firmata da Linguaglossa e Castiglione. È questa la soluzione individuata dai Comuni per rispondere alle sollecitazioni dell’Autorità Antitrust, ovvero la rimozione delle ventilate «distorsioni della concorrenza» nel mercato turistico che gravita intorno alle vie d’ac – cesso alle zone sommitali dell’Etna. Le vecchie concessioni pluriennali allo storico operatore il garante le aveva bocciate, mentre la soluzione liberalizzatrice indicata dall’Agcm, il regime autorizzatorio con più vettori in concorrenza fra loro, non ha mai trovato piena attuazione. I sindaci hanno invece tirato fuori dal cilindro il project financing: si cercano investimenti in servizi ed infrastrutture – in cambio della gestione pluriennale della pista Etna nord – non solo in quota ma anche a valle, dall’Alcantara in poi, per provare a ridurre il gap rispetto al versante sud della montagna. Nota negativa di giornata, i limiti di Piano Provenzana. Sul Comune di Linguaglossa piovono polemiche anche per quanto riguarda i parcheggi a pagamento: mancano persino i parchimetri e i visitatori inferociti per le sanzioni non si contano. Li gestisce una società che si occupa anche dei bagni e dello spazzamento neve in inverno. «Abbiamo le mani legate dal contratto – ricorda il sindaco Puglisi – ma faremo di tutto per avere un servizio all’altezza». FRANCESCO VASTA Fonte “La Sicilia” del 03-05-2018