I beni sequestrati ad Antonino Salvà Gagliolo nel dicembre del 2016, per un valore complessivo di 500mila euro, fanno definitivamente parte del patrimonio dello Stato e non è più possibile per Gagliolo presentare ricorso. La Dia di Catania, infatti, ieri mattina ha dato esecuzione al decreto di confisca irrevocabile di beni. Si tratta di una società operante nel settore dei lavori di movimento terra, sbancamenti e demolizioni, terreni, con 15 automezzi, tra piccoli veicoli e mezzi pesanti, più conti correnti e depositi bancari. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catania – sezione Misure di Prevenzione. Salvà Gagliolo, brontese di 38 anni, è ritenuto elemento di spicco della criminalità brontese. A suo carico diversi precedenti penali.
Nel 2015 è stato arrestato dai carabinieri per aver rubato materiale ferroso in una cava di Priolo. E’ il fratello di Daniele Salvà Gagliolo che nel 2001 fu denunciato per concorso nel tentato omicidio del boss Francesco Montagno Bozzone, ritenuto a capo dell’omonimo clan collegato con i “Carcagusi”di Catania. In pratica gli accertamenti a carico suo e della sua famiglia hanno evidenziato la rilevante sproporzione tra i redditi dichiarati, l’attività svolta e gli arricchimenti patrimoniali. Il proseguire delle indagini ha permesso alla Dia e alla Procura distrettuale antimafia di Catania, di sequestrare i beni. P. Z. Fonte “La Sicilia” del 19-05-2018