Prime condanne relative all’operazione “Nebrodi” eseguita lo scorso febbraio dai Ros di Catania, in collaborazione con la Compagnia carabinieri di Santo Stefano di Camastra, per attività illegali svolte nel triangolo tra Bronte, Maniace e Cesarò. Le indagini sono state coordinate dalla Dda di Catania, e hanno portato al fermo di 9 persone per le quali era emersa l’azione di due clan che avrebbero minacciato allevatori e agricoltori per entrare in possesso dei loro terreni e ottenere contribuiti dell’Unione europea, aggirando così il “Protocollo Antoci” che prevede la presentazione di un certificato antimafia Ora, dopo la prima tranche di processi, effettuati con il rito abbreviato, sono giunte le prime quattro condanne, ma anche tre assoluzioni e soprattutto, la decadenza del maggiore reato contestato ai fermati. Infatti, il dibattito processuale ha fatto decadere il reato di associazione mafiosa, che poteva portare a pene più severe. Così il Gup Pietro Currò non ha tenuto conto delle richieste dei pubblici ministeri Antonino Fanara e Fabio Saponara che avevano chiesto le seguenti condanne:
Corsaro Giuseppe 4 anni di reclusione e 3.000 euro di multa
Pruiti Giovanni 14 anni di reclusione
Triscari Giacucco Carmelo 6 anni di reclusione e 4000 euro di multa
Galati Giordano Antonino 7 anni di reclusione e 4600 euro di multa
Galati Giordano Luigi 7 anni di reclusione e 4600 euro di multa
Germanà Salvo 7 anni di reclusione e 4600 euro di multa
Invece il giudizio è andato così:
Il Gip del tribunale di Catania, con il rito abbreviato, ha condannato Antonino Galati Giordano, di Bronte difeso da Impellizzeri e Aprile e Luigi Galati Giordano, nato a Catania ma residente a Bronte, difeso dall’avvocato Siracusano, a 7 anni di reclusione e 5.000 euro di multa; Giovanni Pruiti, difeso da Stefania Rania e Michele Panzera, ritenuto dall’accusa il referente del clan Santapaola-Ercolano per Cesarò, a 7 anni, 4 mesi e 26 giorni di reclusione e 5.467 euro di multa ma venendo assolto dall’accusa di associazione mafiosa; condannato Carmelo Triscari Giacucco, di Cesarò, difeso da Stefania Rania, a 4 anni di reclusione e 4.000 euro di multa. Assolti, per non avere commesso i fatti, Salvo Germanà, difeso da Antonella Aprile, e Giuseppe Corsaro difeso da Katia Ceraldi, entrambi di Bronte.