Nuova eruzione dal cratere di Sud-Est dell’Etna. Anticipata da una violenta attività stromboliana associata a emissione di cenere e fontane di lava incandescente lanciata centinaia di metri di aria prima di ricadere sul vulcano è cominciata anche l’attività effusiva con una colata che esce dalla base del cratere. Tutta la nuova fase avviene nella zona sommitale dell’Etna e, allo stato, non costituisce un pericolo per i centri abitati nè per le persone. I primi segnali della ripresa dell’attività eruttiva nella zona sommitale dell’Etna sono arrivati intorno alle 14 quando le apparecchiature dell’Ingv di Catania hanno registrato un forte incremento del tremore nei condotti interni dell’Etna, che segnalano la risalita di magma incandescente . Alle 15 il tremore ha avuto la sua fase parossistica che ha portato ad una forte attività stromboliana dal cratere di Sud-Est, con boati ed emissione di cenere, accompagnate da spettacolari fontane di lava, il lancio di brandelli incandescenti di lava che ‘volanò in aria per centinaia di metri prima di ricadere sulla parte sommitale del vulcano. I trabocchi di lava, con un’evidente eruzione ripresa anche telecamere a infrarossi, sono divenuti evidenti alle 16, con l’uscita di un braccio lavico che emerge da una frattura che si è aperta alla base del cratere di Sud-Est e che cammina in direzione della desertica Valle del Bove, lontana da centro abitati e dalle strutture ricettive e turistiche di Nicolosi. L’eruzione sull’Etna era stata annunciata da sciami sismici che dal 2 maggio scorso sono stati registrati sul vulcano, segno di un’attività in profondità molto attiva e che il sistema interno era diventato instabile e carico di energia. La situazione, che al momento non costituisce alcun pericolo, è tenuta sotto osservazione da parte del dipartimento nazionale della Protezione civile, che ha mandato proprio personale sul posto, e dell’Ingv di Catania.