Dopo la redazione della nuova rete ospedaliera, l’assessore alla Salute Ruggero Razza mette in campo anche la nuova rete dell’emergenza, che interesserà in pieno molte postazioni del 118. La nuova rete prevede delle modifiche abbastanza sostanziali, con lo spostamento verso l’area metropolitana di alcune ambulanze, penalizzando centri più isolati e distanti dalle grandi città. Il documento, che ancora deve essere approvato dalla giunta regionale e dalla commissione Sanità, è stato redatto in collaborazione con il ministero della Salute e l’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari nazionali), tenendo conto di alcuni parametri, tra cui densità della popolazione, abitanti, distanze chilometriche dagli ospedali. E dovrebbe essere valida per il triennio 2019-2021. Nel nuovo piano, vengono messe in risalto le varie reti di emergenza, con particolare attenzione per gli eventi cardiologici, neurologici o traumatici, con la previsione di apposite unità operative presso i vari ospedali della zona, in particolare quelli dei grandi centri. Prevista anche la riduzione delle eliambulanze, che da 6 passano a 5, con la nota positiva del ritorno all’operatività a 24 ore dell’elicottero di base al Cannizzaro, finora funzionante solo nelle ore diurne. Ma i maggiori cambiamenti saranno proprio nella dislocazione delle ambulanze, che in provincia di Catania (città compresa) dovrebbero passare dalle attuali 23 a 25, con un incremento di due unità e il cambio di alcune postazioni. Da una prima analisi, Acireale, Belpasso, Caltagirone, Catania Librino, Palagonia e Zafferana dovrebbero avere un’ambulanza medicalizzata (Msa mezzo di soccorso avanzato), mentre Mineo perde la postazione con il medico per passare a quella con infermiere, e Scordia perde anche l’infermiere per passare a un mezzo con solo autista e soccorritore. Maniace da mezzo di base passa a un equipaggio con l’infermiere, mentre scompaiono dal piano, non si capisce il motivo visto l’incremento, ambulanze di Ragalna, Maletto e Nicolosi. Queste tre ambulanze, non sono nominate nel piano, e non si capisce, dallo stesso, se resteranno come mezzi di base o se vengono addirittura eliminate dalla rete dell’emergenza. Un quesito che le varie amministrazioni, ma soprattutto i cittadini, si pongono per sapere se hanno uguali diritti dei residenti nell’area metropolitana, visto che sono previste le aperture di altre tre postazioni a Catania (Porto, San Luigi e Nesima) e di un’altra forse a S. Maria di Licodia (nel piano è segnato S. Michele di Licodia). Un potenziamento che darebbe un maggiore servizio a Catania, dove sono operativi diversi punti di intervento, ma che penalizzerebbe ulteriormente il territorio montano, specie tre paesi alle falde dell’Etna. In tanti paesi l’ambulanza del 118 è l’unico punto di soccorso, e tutti si augurano che alla fine restino almeno le attuali postazioni. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 28-09-2018