BRONTE.I numeri parlano da soli. Sono un concetto universale per un attaccante. Marco Saccullo, 24 anni, è l’attaccante principe del Ciclope Bronte con 59 gol in due anni. Sette già i centri (sulle 11 reti di squadra) in altrettante giornate di campionato di Promozione e la sensazione forte che il bottino possa crescere notevolmente. «Il dato è importante – racconta – ma senza squadra non si va da nessuna parte. E i miei compagni finora mi hanno messo nelle condizioni di spiccare il volo e di contribuire ai successi della squadra che deve salvarsi. Abbiamo 12 punti e siamo in linea con gli obiettivi». Ogni gol ha una dedica speciale. «Ai miei genitori e a mia sorella e a chi mi sta vicino. Dedico questo momento a mio fratello, che non ha ancora giocato per infortunio. Lui è un pilastro della squadra. Gioca in difesa e gli manca non poter essere utile alla squadra. Gli auguro di tornare presto in campo». Chi vince il campionato? «Sarà una lotta tra Aci Sant’Antonio e Pedara. Ma l’Acicatena finora sta disputando un grande campionato». Il momento più emozionante? «Comprendo che siamo in Promozione, ma a Bronte il calcio è vissuto in modo straordinario. Un esempio? Nella mia tipografia un bambino è venuto poco prima della partita e ha chiesto al suo papà di farsi stampare la maglia con il mio nome. Emozionante». Un allenatore che le ha lasciato una traccia importante? «Busetta non mi ha mai esaltato. Mi diceva sempre che uno con le mie caratteristiche non si sarebbe mai dovuto accontentare. Era il suo modo per spronarmi, lo ringrazio di cuore». Da soli non si va da alcuna parte. «I miei compagni mi mettono nelle condizioni di poter fare il massimo. Giocatori, ad esempio, come Walter Saitta sono un grande aiuto». A Bronte quanti calciatori importanti nella storia. «Mister Gianluca Catania è stato sempre il mio idolo. La sua storia calcistica parla da solo. Ogni cosa che mi dice è per me un consiglio. Vedo in lui grande professionalità. Posso solo migliorare. E non dimenticherei Orefice». Lei è sulle orme di Vico Imbrosciano. «Vico è un grande amico. Organizziamo i tornei estivi, ci divertiamo. Lui, essendo stato attaccante del Bronte e di tantissime squadre, per me è un riferimento. Parlano per Vico i numeri. Mi elogia tanto e spero di ricambiare la sua fiducia sempre». Le manca il suo gemello del gol Alfio Ruffino? «Mi sento di avere una responsabilità maggiore senza di lui. È andato via per lavoro. Mi spinge a dare sempre il massimo. Ci manca». Quando ha scoperto la passione per il calcio? «I primi calci a 5 anni. Andavo con mio fratello al campo. E non ho mai smesso. La voglia di giocare mi spinge a dare sempre di più. Superare ogni record di gol, ho iniziato bene e non voglio fermarmi» Il calcio è ormai parte della sua vita. «Vivo il calcio con un po’ di tensione, anche perché difendo i colori della squadra della mia città. Ma è un aspetto che ci accomuna tutti in squadra. È passione vera».
Nunzio Currenti Fonte “La Sicilia” del 24-10-2018