Per giorni hanno scavato speranzosi come un cercatore di oro nel Klondike. Ogni metro di terra tirata su cresceva sempre più la speranza che le teorie dei tecnici fossero giuste e che dal pozzo spia di Santa Caterina potesse sgorgare più acqua dei miseri 4 litri al secondo che fino a oggi questo pozzo riusciva a garantire. Un traguardo che attendeva con ansia il sindaco Francesco Sgroi, pronto, appena sistemato il Bilancio, a scommetterci così tanto da “investire” una delle sue prime somme urgenze. Bisognava, infatti, aumentare l’acqua da distribuire agli assetati cittadini, che in questi giorni hanno visto uscire dai rubinetti delle proprie case acqua con il contagocce. Alla fine, dopo giorni di trepidante attesa, è scoppiata una gioia immensa: dal pozzo sono usciti fuori ben 17 litri di acqua al secondo. Tredici in più rispetto a prima. La gioia è diventata incontenibile e così a Santa Caterina sono arrivati tutti: il sindaco, l’assessore Giuseppe D’Amico che ha la delega all’acque – dotto, il presidente del Consiglio, Alfio Ragaglia, gli assessori e buona parte del Consiglio comunale. E a niente sono serviti gli appelli alla prudenza predicati dal primo cittadino, la notizia con tanto di foto di gruppo è finita sui social network. «Un altro importante obbiettivo è stato raggiunto – dichiara il sindaco alla città – I lavori al pozzo Esa hanno dato il risultato sperato. Il disservizio in alcuni quartieri del paese sarà risolto nei tempi tecnici necessari per immettere l’acqua nelle condutture». Già, perché ancora passerà tempo prima che l’acqua arrivi nei rubinetti delle case. «Per questo – dice a noi il primo cittadino – avevo chiesto ai miei consiglieri di aspettare nel dare la notizia. Non vorrei che la gente pensi che da subito ci sarà acqua tutto il giorno». Intanto fra la gente è palpabile un certo entusiasmo. Del resto come sosteneva Loren Eiseley, filosofo statunitense, «se vi è una magia su questo pianeta, è contenuta nell’acqua». E quanto accaduto ha del magico, soprattutto fra i cittadini dei quartieri più alti del paese, ovvero San Martino, Cappuccini e San Pietro che più di tutti soffrono la carenza idrica, assieme alla frazione di Murazzo Rotto che adesso spera che la maggiore portata d’ac – qua permetta di riempire anche le loro vasche di accumulo. GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 08-11-2018