Si moltiplica il malcontento dei residenti del versante nord dell’Etna che protestano per le precarie condizioni di sicurezza del tratto Randazzo-Fiumefreddo della Ss 120. Già in passato un comitato spontaneo di cittadini ha formato diversi sitin nei pressi della rotonda di imbocco per l’autostrada. Oggi, dopo l’ennesimo grave incidente stradale, avvenuto all’ingresso di Linguaglossa che ha coinvolto un’Alfa Romeo ed una Smart, Giovanni Lisi, che abita nella zona, si unisce al coro denunciando «mancanza di controlli, abbandono, incuria, alta velocità, carenza di segnaletica, transito di mezzi pesanti, pericolo per gli automobilisti e soprattutto per l’incolumità delle persone». Quanto detto è solo l’estrema sintesi di una lettera con la quale residenti, commercianti ed artigiani si rivolgono alle istituzioni affinché intervengano. «Qui – si legge – si verificano giornalmente incidenti, anche abbastanza gravi. Ormai la situazione è diventata insostenibile. I mezzi di trasporto transitano a velocità impressionante, purtroppo, impunemente poiché non c’è sorveglianza, non ci sono controlli nemmeno saltuari, inesistente il rispetto del limite di velocità. Mi auguro che dopo quest’ultimo incidente, chi è preposto alla tutela e salvaguardia dell’incolumità della popolazione, ad assumere adeguate iniziative per scongiurare continui incidenti che potrebbero, proseguendo a questo ritmo, arrivare a causare eventi molto più gravi». In verità si vedono spesso posti di blocco delle forze dell’ordine, ma più che un problema di ordine pubblico è un problema sicurezza dell’infra – struttura stradale. La Ss 120, infatti, non è più in grado di sopportare il peso e le esigenze della mobilità. Troppe curve, troppi i 5 centri abitati che attraversa, pochissimi i tratti dove sorpassare in sicurezza (con gli automobilisti che sorpassano anche dove non si dovrebbe per non rimanere dietro ai veicoli lenti) e troppe anche gli incroci con le strade minori, che insieme a qualche strettoia e qualche dosso da brivido, la rendono poco sicura. «Ammodernarla del tutto per adesso è impossibile –ci spiega l’assessore regionale ai Trasporti, Marco Falcone – interventi significativi che la rendano più fruibile, si. Abbiamo chiesto all’Anas, infatti, di prevedere investimenti in questa tratta nella programmazione del 2019, ed attendiamo si sapere che tipo di investimenti sono necessari». Ed attendiamo anche noi di capire quanto Anas ritiene di poter spendere per questo tratto di strada statale, soprattutto dopo il grande “no” ad attuare quanto previsto in uno studio di fattibilità che per superare curve, centri abitati e passaggi a livello richiedeva un investimento di circa 300 milioni di euro. Si, 300 milioni di euro per 30 chilometri di strada per Anas sono troppi. Si sappia anche però che la stessa Anas, in Lombardia, per realizzare una variante di neanche 10 chilometri sulla Ss 38 (Lago di Como – Parco dello Stelvio) di milioni ne ha spesi ben 280. Che differenza c’è fra questa strada lombarda e quella siciliana che collega Taormina con il Parco dell’Etna? Perché per la Sicilia è più difficile ottenere finanziamenti per infrastrutture? GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 18-11-2018