E’ grigio il cielo su Bronte. Grigio come l’animo della gente confusa, che ancora discute su quanto accaduto al primo cittadino di Bronte, Graziano Calanna, attualmente ai domiciliari per un’inchiesta contro un gruppo che gestiva il “Sistema Etna”. L’operazione della Guardia di Finanza ha coinvolto Calanna per delle intercettazioni telefoniche tra Musmeci e Bellia che lo tirerebbero in ballo. Il prefetto Claudio Sammartino lo ha momentaneamente sospeso, una decisione che era nell’aria e che al momento consegna il Comune nelle mani del vice sindaco Gaetano Messina. Dopo la sorpresa delle prime ore, in cui nessuno credeva alla notizia dell’arresto e le prime dichiarazioni, al sindaco arriva la solidarietà della sua Giunta e quella di diversi consiglieri dei vari gruppi che compongono il Consiglio. Una tendenza che viene condivisa da tanti sui social, ma che cozza con la dichiarazione del Movimento 5 Stelle che annuncia la sfiducia al sindaco. Sfiducia che difficilmente arriverà, perché al momento non ci sono in Consiglio 13 componenti che potrebbero appoggiare la proposta di Valeria Franco. A Bronte in pochi si pronunciano. «Aspettiamo il corso della giustizia», dice il cliente di un bar centrale, che discute animatamente davanti alle pagine del giornale che narra gli eventi. Proprio nei bar, così come nelle sale da barba, la gente fa capannello davanti al giornale, scrutato con occhi ingordi, cercando particolari e notizie certe. Ma in tutti resta il dubbio: colpevole o innocente? Calanna lo conoscono tutti, così come la sua famiglia e in tanti non lo credono capace di tali azioni: «Se ha sbagliato paghi – sus – surra un anziano davanti ad un circolo –ma se è innocente è giusto che venga riabilitato in pieno, speriamo però, che non dobbiamo aspettare anni per saperlo, la Giustizia deve essere celere». Anche Carlo Castiglione, sul suo profilo Facebook, mantiene la neutralità: «Graziano Calanna è un avversario politico – scrive – abbiamo concezioni amministrative profondamente diverse, spesso inconciliabili. L’acceso dibattito, i momenti di contrasto, sono il sale della politica: sulla forza delle nostre idee ci giudicano i nostri concittadini, a cui dobbiamo rispondere con testa, anima e cuore. Questo è il campo di gioco su cui disputiamo la nostra partita, sul quale siamo chiamati ad esprimerci e lavorare. Null’altro». Prevale il dubbio, e il silenzio, un silenzio che aspetta risposte dalle indagini. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 02-12-2018