Un muro pulito, una delle pareti esterne della chiesa Madre, all’improvviso si colora di una scritta, tetra, che lascia attoniti i gravinesi e i parrocchiani. Sul muro appare questo messaggio: “Con le budella dell’ultimo re impiccheremo l’ultimo prete”, con ogni probabilità rivolto a uno dei due sacerdoti che dirigono la comunità religiosa. Il parroco, padre Nino Galvagno, fuori sede per motivi familiari, raggiunto al telefono minimizza e commenta così la vicenda: «Si tratta sicuramente di una bravata, opera di qualche ragazzino. Sì, ne sono certo è proprio una ragazzata». La frase oltraggiosa è una libera citazione di una frase scritta nel ‘700: “Io vorrei, e questo sia l’ultimo ed il più ardente dei miei desideri, io vorrei che l’ultimo dei re fosse strangolato con le budella dell’ultimo dei preti” attribuita al filosofo ateo Jean Meslier. Ma chi ha scritto la frase sul muro della chiesa modificandola leggermente non ha stravolto il risultato: il morto c’è sempre. Ha o hanno dimenticato le parole del testamento di Meslier oppure hanno distorto il cantico anarchico anticlericale “Alla stazion di Monza”, ma una cosa resta certa: la bomboletta spray ha lanciato un tetro messaggio che non dovrebbe rimanere inascoltato dagli organi di pubblica sicurezza. Questa parrocchia, da anni vive strane vicende sin dal pensionamento di padre Antonino Di Grazia che nel 2011 lasciò la guida. Seguì padre Cosentino che nel 2014 fu vittima di un attentato incendiario alla sua auto, nel mese di febbraio, da parte di ignoti e successivamente decise di lasciare l’incarico «per motivi di salute». La direzione della Chiesa madre passò a padre Nino Galvagno. Uomo di integrità morale indiscutibile e guida spirituale integerrima, che nell’obbedienza inizia a guidare i parrocchiani. Adesso l’inquietante frase spruzzata sulla parete. Che si tratti di un atto grave molti, a Gravina, non sembrano nutrire dubbi, perplessi di fronte al fatto che questa sarebba diventata una parrocchia ingestibile. Che al di là di tanti fedeli timorosi di Dio, nasconde forse qualche anima oscura, che lancia messaggi angoscianti, al di là dell’anacronistico (almeno per quanto riguarda il nostro Paese) riferimento alla monarchia. L’Amministrazione, intanto, ha fatto pulire il muro, cancellando la scritta e la Polizia locale, al comando di Michele Nicosia, ha trasmesso la segnalazione agli organi competenti. Restano, comunque, tanti interrogativi: cosa ha spinto il o i writer a scrivere la frase? C’è piano minaccioso che va avanti dal 2014? Ed, eventualmente, quali sono le mire di questo/i registi del noir? Agli inquirenti l’arduo compito di fare luce in una parrocchia avvolta da qualche ombra. SALVO VITALE Fonte “La Sicilia” del 08-01-2019
DA GIAMMUSSO ACCUSE AI VANDALI I FEDELI TURBATI DALLA VICENDA
Sgomento, stupore e indignazione sono i sentimenti e le reazioni dei cittadini e dei parrocchiani di Gravina alla visita della scritta apparsa sul muro della chiesa madre, nei giorni scorsi, che recita: “Con le budella dell’ultimo re impiccheremo l’ultimo prete”. Sulla vicenda il primo cittadino, Massimiliano Giammusso, venuto a conoscenza della dissacrante frase, ha rilasciare una dichiarazione attraverso una nota: «I gravi atti di vandalismo che la nostra città ha subito nelle ultime ore in Chiesa Madre, confermano purtroppo che in giro c’è, ancora, qualche imbecille che, nascondendosi nell’oscurità, in maniera infame, pensa di disturbare e di offendere una intera Comunità. Il nostro Comune ha già attivato gli strumenti in suo possesso per procedere alla possibile individuazione dei responsabili e per il ripristino dei luoghi colpiti». Incontrando per strada i cittadini, ancora increduli, abbiamo raccolto alcune esternazioni riguardo il pensiero scritto a chiare lettere sull’intonaco della parrocchia. «Non mi preoccuperei più di tanto – afferma Giorgio Fichera – è soltanto uno scriteriato da ricercare fra i vari gruppi parrocchiani, fra la gente più impegnata nell’attivismo parrocchiale che magari ha tentato di dare dei chiari segnali a padre Nino, al fine di indurlo a non lasciarsi trascinare in situazioni di preferenze verso questa o quella fazione». Sulla vicenda si è espresso anche il direttore del coro parrocchiale e presidente del circolo Sant’Antonio di Padova, maestro Andrea Maugeri: «Spero e penso che sia frutto di gente che non ha cervello, alla luce delle varie vicissitudini che si sono verificate negli anni precedenti e con i vari sacerdoti che si sono succeduti alla guida della comunità. Non voglio dargli assolutamente peso perché sarebbe una cosa vergognosa per tutto il paese di Gravina. Non voglio pensare niente di più se non questo, non è giusto e corretto anche nei confronti del nuovo sacerdote che riveste il ruolo di viceparroco. Leggere tutto questo non fa onore a nessuno». SALVO VITALE Fonte “La Sicilia” del 08-01-2019