I sindaci dopo le rimostranze tecniche con la Soprintendenza di Catania, passano a chiedere alla politica di rivedere il Piano paesaggistico provinciale in fase di approvazione. Anzi, di più: chiedono che la Regione lo ritiri. I sindaci di Randazzo e Maletto, rispettivamente Francesco Sgroi e Pippo De Luca, infatti, a nome anche degli altri sindaci del territorio, hanno inviato una lettera al presidente della Regione, Nello Musumeci, all’assessore ai Beni culturali e ambientali, Sebastiano Tusa, e a tutta la deputazione regionale della provincia di Catania, chiedendo un incontro. «Per la redazione del Piano paesaggistico – scrivono i due sindaci nella missiva – non risulta esserci stato alcun confronto propedeutico con il Parco fluviale dell’Alcantara e il Parco dell’Etna. Inoltre, detto strumento risulta essere in contrasto non solo con il Piano territoriale del Parco dell’Etna, ma anche con la nuova perimetrazione in fase di approvazione del Parco fluviale dell’Alcantara, sovrapponendo nuovi vincoli a quelli già esistenti». Poi i sindaci concludono: «L’approvazione del suddetto Piano, pregiudicherebbe in modo irreversibile le condizioni delle già precarie economie dei Comuni facenti parte delle vallata dell’Alcantara e di quelli appartenenti all’area enea». «Abbiamo – spiega Francesco Sgroi – sentito il dovere di chiedere un incontro con Musumeci perché questo Piano pregiudica lo sviluppo economico della zona. Il territorio risulterebbe così ingessato da non poter più dare sfogo alle proprie vocazioni. L’8 febbraio anche i sindaci del Parco fluviale dell’Alcantara hanno sentito l’obbligo di chiedere un incontro con la Regione, perché chi ha redatto il Piano non ha ritenuto di doversi confrontare adeguatamente con loro». «Non è vero che i vincoli imposti dalla Soprintendenza non valgono nel Parco dell’Etna – afferma il sindaco di Maletto, Pippo De Luca – il Piano paesaggistico aggiunge altri vincoli a quelli già imposti. Noi chiediamo che questo piano venga ritirato perché è un piano penalizzante e con tanti errori». A protestare contro il Piano paesaggistico provinciale, in verità, anche tanti privati che non comprendono il motivo del perché in diverse aree di tutela “3”, vi sia il totale divieto di edificabilità: «Un modo – dicono in tanti – per mummificare il territorio ed evitare che i proprietari lo utilizzino». GAETANO GUIDOTTO Fonte “La Sicilia” del 13-02-2019