In merito all’articolo uscito in data 2 giugno sul nostro sito, SICILIA LA TRUFFA DEI TERRENI FANTASMA Riceviamo una richiesta di precisazione da parte del responsabile del Caf di Cesarò, che riporta quanto segue:
– detto contenuto è stato preso, come riportato nello stesso testo, da un articolo uscito sulle pagine del quotidiano locale “La Sicilia” di Lucio Gambera Fonte dell’31/05/2019;
– da quanto sopra si evince che il giornalista della Sicilia firmatario dell’articolo aveva la certezza di cio è successo;
– orbene, dalla lettura del titolo dell’articolo “Sicilia: la truffa dei terreni fantasma, coinvolto CAF di Cesarò” posta in relazione al contenuto dell’articolo uscito sulle pagine del quotidiano locale “La Sicilia” al quale il primo fa espresso richiamo, si evince un evidente travisamento dei fatti, ossia che non solo non vi è il coinvolgimento del CAA di Cesarò, ma addirittura – e cosa più importante – che l’unico CAA autorizzato su Cesarò dal 2015 è il CAA ACLI s.r.l. e mai nessuna Guardia di Finanza Calatina ha acquisito fascicoli in ordine alle operazioni cui si fa riferimento nell’articolo. Tant’è che in data 17/06/2019 il quotidiano online LIVE SICILIA CATANIA ha correttamente riportato i fatti, le vicende giudiziarie, i soggetti ed i centri CAA coinvolti con i relativi responsabili ed operatori. – Per tale ragione non si capisce il motivo di riferimento al CAF di Cesarò sulle pagine di un quotidiano on line, senza che il giornalista scrivente né gli altri organi del quotidiano abbiano verificato la veridicità delle informazioni in loro possesso senza aver previamente avvertito il CAA ACLI;
– Infatti, contattando preventivamente la sede del CAA, si sarebbe potuto accertare la veridicità dei fatti e l’assenza di coinvolgimento di quest’ultimo nella vicenda narrata: tali attività non sono state poste in essere da alcun organo della testata giornalistica. In tale modo si reca un pregiudizio grave alla reputazione della Centro di assistenza, il quale si trova coinvolto, suo malgrado, in una vicenda che le è del tutto estranea;
– l’articolo nel riportare la notizia del coinvolgimento del CAA di Cesarò nella truffa ai terreni fantasma, ha riferito notizie non vere;
– difatti il quotidiano “La Sicilia” menziona la complicità di 11 centri di assistenza agricola ed il riferimento a Cesarò potrebbe riguardare la rete di illegalità che non è necessariamente rivolta ai CAA ma ai titolari del fascicolo aziendale.
– II pregíudizio che può essere arrecato a chiunque dalla pubblicazione di notizie prive di riscontro, può tuttavia essere ancora più grave: giova ricordare che, la pubblicazione dell’articolo in questione, ha tratto in inganno il pubblico che ha attribuito l’illegalità ivi rappresentata nella percezione di aiuti da parte di Agea all’unica sede ivi presente, ossia al CAA Acli s.r.l. di cui sono il responsabile, tanto che le aziende mandatarie allarmati dalla notizia hanno comunicato l’intenzione di revoca del proprio mandato;
– si sottolinea, inoltre, come la testata giornalistica online non abbia operato alcun riscontro sulla veridicità del testo dell’articolo;
– ciò comporta per la Bronte 118, l’aver posto in essere una condotta colpevole rispetto alla testata giornalistica dalla quale si è presa I’informazione, perché non solo non è stata usata neppure la diligenza minima nella verifica delle informazioni e del rispetto dei parametri fondamentali di verità e continenza della notizia, ma addirittura ne è stato travisato il contenuto.
ln considerazione di tutto quanto sopra esposto ed in considerazione della condotta diffamatoria penalmente rilevante posta in essere dalla testata giornalistica “Bronte 118”,
vi invito e diffido
a provvedere ad una immediata rettifica dei fatti e con risalto analogo a quello riservato al brano giornalistico a cui la rettifica si riferisce: evidenziando che questi non sono stati riferiti al CAA di Cesarò, che si ribadisce dal 2015 è il CAA ACLI; sottolineando che il cronista non ha reale contezza dell’implicazione di quest’ultimo nella vicenda in questione.
Vi diffido, inoltre, dal compiere ulteriori atti diffamatori nei confronti del CAA ACLI, riservandomi sin d’ora in mancanza, di agire in giudizio per la migliore tutela dei miei diritti.
NDR Si riporta quanto scritto a propria difesa dal responsabile Caf di Cesarò, e che riportiamo. Il nostro quotidiano, come sempre, cerca di informare i lettori, e che tale coinvolgimento è stato riportato a seguito di comunicato stampa della Guardia di Finanza che ha condotto le indagini. Rimaniamo, come sempre a disposizione, per qualsiasi chiarimento.