Ci spiace, ma è necessario che si presenti allo sportello il titolare della carta bancomat». Non è servito a nulla dire che il “titolare” è un anziano, malato gravemente, impossibilitato a recarsi in ufficio. Così, quando la burocrazia inflessibile e rigorosa viene svuotata dal minimo buon senso, succede che venga montata una scena paradossale, da teatro dell’assurdo. La scena si è animata all’ufficio postale di Biancavilla: un 85enne si è visto costretto a essere trasportato fin lì con un’ambulanza privata e a presentarsi allo sportello su una barella. E non è servito un lenzuolo bianco per coprirlo dall’imbarazzo. Pochi minuti per verificare la sua identità ed il disbrigo della pratica è stato espletato. Ma era necessario arrivare fino a questo punto, con l’uomo umiliato davanti ad una clientela rimasta sbigottita e irritata da una così squadrata applicazione delle regole? «Da poco abbiamo aperto un conto corrente a mio suocero per fare canalizzare la sua pensione – racconta il genero dell’anziano – e a casa abbiamo ricevuto una busta contenete il codice pin della carta e l’invito a recarci all’ufficio postale per ritirare il postamat. Qui ci è stato detto che era necessaria la presenza del titolare. Abbiamo spiegato che mio cognato aveva una procura notarile, ma evidentemente non andava bene per la pratica in questione. Fatto sta che il direttore e il personale della Posta non hanno sentito ragione, nonostante avessimo specificato che mio suocero ha gravi problemi respiratori e ha subìto un delicato intervento cardiochirurgico». «Comprendiamo – viene più volte sottolineato – il rispetto delle regole, ma qui è mancato il buon senso. Così siamo stati costretti a chiamare e a pagare un’ambulanza di un servizio privato e a fare entrare un 85 enne sofferente all’ufficio postale in barella. Una scena umiliante e imbarazzante, che poteva in qualche modo essere evitata».
L’inflessibilità del direttore dell’ufficio postale di via Benedetto Croce a Biancavilla e degli impiegati allo sportello è dettata da protocolli aziendali a cui si è obbligati a tutela dell’utente, proprio per evitare spiacevoli e dubbie situazioni che anche in ambito familiare, soprattutto in presenza di persone anziane, possono capitare. Ma questo è, probabilmente, uno di quei casi di algoritmica e letterale osservanza dei protocolli da parte di un dirigente (noto, peraltro, per la sua professionalità e serietà sul posto di lavoro) che ha fatto svanire il senso pratico del rapporto tra chi sta “di qua” e di chi si trova “al di là” dello sportello. Inutile dire che il racconto di quanto accaduto e la diffusione degli scatti fotografici realizzati dagli stessi familiari dell’anziano, su Facebook hanno creato un polverone di commenti. Tutti indignati e tutti a castigare la condotta di Poste Italiane, che abbiamo tentato di contattare per avere la propria versione dei fatti e una spiegazione, ma senza riuscire a parlare con nessuno. Vittorio Fiorenza Fonte “La Sicilia” del 26-07-2019 (Foto di copertina tratta da Biancavilla Oggi).
Sì facessero fare una procura, gli impiegati hanno fatto il loro dovere, per sicurezza loro e del titolare. Non vedo nessuno scandalo