E se la bellezza, la storia e soprattutto l’ingegneria che fa muovere la Vara di Randazzo fossero particolarità così eccezionali, da poter essere inseriti nel patrimonio mondiale dell’Unesco? A chiederlo sono in tanti a Randazzo, soprattutto dopo che l’imponente carro della Vara è stato ristrutturato e ha ottenuto le certificazioni di sicurezza necessarie per compiere la tradizionale grandiosa passeggiata di Ferragosto. A chiederselo è soprattutto il sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, che consapevole che la Vara faccia parte del patrimonio storico e culturale della sua città medievale, dopo averci pensato un attimo, ha subito deciso: «Proviamoci – dice – la Vara di Randazzo è una macchina votiva che, oltre a essere di rara bellezza, ci tramanda la notevole capacità ingegneristica dell’ormai lontano 1500. Gli ingegneri che in questi mesi l’hanno studiata a fondo mi dicono che è stata realizzata con particolare tecnica che, oltre a renderla statica e sicura, le permette di muoversi, ruotare su se stessa e far girare la ruota centrale. Tutto un insieme che, esprimendo arte, cultura, religiosità e soprattutto grandi capacità ingegneristiche, ha un notevole valore. Certo, non basta solo avanzare proposta al Comitato per la Salvaguardia del Patrimonio dell’Unesco. Bisogna procedere a passi».
«Bisogna prima dare seguito a una serie di adempimenti – spiega l’ingegnere Daniele Bisignani, che per conto della Basilica di Santa Maria ha effettuato le verifiche statiche e dinamiche della Vara – primo fra tutti un convegno che coinvolga l’Ordine degli ingegneri. E’ necessario far conoscere agli organi tecnici del territorio la nostra Vara non solo dal punto di vista storico, ma anche strutturale. Va evidenziata l’essenza costruttiva del carro e il suo funzionamento che sono veramente particolari. Poi si dovrebbe passare a una seconda fase per far conoscere queste peculiarità al resto del mondo». Intanto, non si è ancora affievolito l’entusiasmo per la riuscita del Ferragosto di quest’anno, con la Vara restaurata, brillante e luccicante al sole di agosto che ha entusiasmato i turisti. «Io ringrazio – afferma il sindaco – tutti coloro che hanno contribuito. Ringrazio padre Domenico Massimino, parroco della Basilica di Santa Maria, i piccoli sbandieratori, le majorettes, l’associazione Sicularagonensia e il Corpo bandistico “Erasmo Marotta”. Ringrazio tutte le Forze dell’Ordine.
Erano presenti, infatti, il capitano dei carabinieri Nicolo Morandi, il vicequestore della Polizia di Stato, Domenico Firringa, e il comandante della Polstrada, Santino Mangio. Ringrazio le associazioni presenti, i sindaci e gli assessori che sono intervenuti insieme con l’assessore regionale Antonio Scavone. La Vara a mio avviso può puntare ad essere riconosciuta patrimonio dell’umanità». Per chi non la conosce la Vara di Randazzo è un fercolo alto circa 20 m., che rappresenta il mistero dell’Assunzione della Madonna in cielo, con dei bambini legati fin quasi la vetta più alta del carro per impersonare i personaggi dei tre misteri della vita della vergine Maria: la Dormizione, l’Assunzione e l’Incoronazione in cielo. Ogni 15 agosto percorre in entrambi i sensi la via Umberto tirata a braccia. Può essere riconosciuta patrimonio dell’Umanità? Rispetta i criteri culturali adottati dalla Commissione? Il primo criterio è quello di “rappresentare un capolavoro del genio creativo umano”: e qui ci siamo in pieno. Il secondo criterio è “testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico”: e anche qui storia e tecnologia della Vara di Randazzo possono dire la loro. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 20-08-2019