Il lento rintocco delle campane della chiesa di San Martino accompagna l’ultimo viaggio di Paolo Maio, il 46enne muratore scomparso tragicamente in un incidente sul lavoro lunedì. Molti i cittadini presenti, anziani, parenti, ma soprattutto i tanti amici per i quali Paolo aveva sempre pronta una buona parola e un sorriso. «Non avrei mai voluto, né pensato di celebrare questo funerale», esordisce don Roberto Maio, lontano parente del defunto e prete presso la parrocchia di San Martino. «Sono momenti tristi – continua – e siamo qui con il cuore colmo di sofferenza. Ma dobbiamo pregare e sperare sempre in un futuro migliore, e soprattutto stare vicini alla famiglia che in questo momento ne ha davvero bisogno. Infine – conclude don Roberto – un appello accorato ai politici e a chi può fare qualcosa, affinché in futuro non avvengano altre tragedie simili». La salma, dopo le esequie, è stata portata fuori tra due ali di folla, per poi salire in corteo verso il cimitero.
La famiglia, alla fine delle celebrazioni, ha ringraziato tutti i presenti, rinunciando alle condoglianze. Una tragedia che ha colpito non solo la famiglia Maio, già duramente provata negli anni dalla morte di un altro fratello e del padre, tutti in incidenti, ma tutta la comunità di Randazzo. Presenti molti amministratori attuali e del passato. Nel frattempo continuano le indagini, per capire cosa abbia causato la morte di un giovane lavoratore e padre, che, come sempre, cercava di guadagnarsi da vivere. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 22-08-2019