Negli ultimi anni la fisiatria si è conquistata sempre maggiori spazi sia in campo prettamente medico sia in quello della comunicazione e, quindi, nell’opinione pubblica. Ma in effetti poche persone sanno realmente cos’è e di che cosa si occupa questa branca della medicina; tanto che si fa anche molta confusione già tra fisiatria e fisioterapia e, quindi, tra il medico specialista e il terapista della riabilitazione. Su questi argomenti abbiamo chiesto lumi a uno dei maggiori esperti siciliani in materia, il dott. Salvatore Grassi, primario fisiatra emerito, decano dei primari fisiatri di Sicilia, già vice presidente nazionale della “Società italiana di Medicina fisica e riabilitativa” con delega per i rapporti con le Università.
Lo abbiamo incontrato nel Presidio di Fisiatria in Giarre, del quale è direttore sanitario. Dottore Grassi, cos’è la fisiatria e cosa cura? «La fisiatria è la disciplina medica che si occupa della cura e della riabilitazione di quei pazienti che, a causa di malattie che portano a limitazioni funzionali, talvolta anche gravi, quali paralisi motorie secondarie a ictus, a eventi traumatici, a malattie degenerative del sistema nervoso centrale e periferico hanno perso parte delle capacità motorie. Quindi, la fisiatria, con le sue metodiche riabilitative, assicura a tali pazienti una buona qualità della vita, soprattutto evitando loro la perdita dell’autonomia personale e mantenendo movimenti corporei adatti per una buona deambulazione e per tutto quello che richiede l’espletamento delle attività quotidiane. “Inoltre, la fisiatria, grazie all’allungamento dell’aspettativa di vita, è sempre più impegnata ad operare su pazienti che, oggi sempre più numerosi, raggiungono età ragguardevoli. Per cui, se è un vero bene che, grazie alle grandi scoperte della medicina, si vive di più, la fisiatria diventa preziosa perché riesce a mantenere anche in soggetti molti anziani un tenore di vita accettabile in tutti i sensi».
Quali sono i consigli da dare, a prescindere dalle cure specifiche, per mantenersi in buona salute fino a tarda età? «Premesso che la buona salute si deve acquisire durante gli anni verdi della nostra età con un tenore di vita regolare, evitando tutto ciò che può danneggiare il nostro organismo e abbassare le nostre difese immunitarie, bisogna mantenere sempre attivo il nostro cervello mediante il continuo interesse per ciò che ci circonda. Allenare il cervello con letture, anche di poesie da ricordare, meravigliarsi delle cose belle che ci offre la natura. Mantenere attivi i rapporti interpersonali. Cito a tal proposito il Premio Nobel Rita Levi Montalcini: Il cervello se lo coltivi funziona. Se lo lasci andare e lo metti in pensione, si indebolisce. Evitare la vita sedentaria e prediligere il movimento». Ci può dire un settore in cui la fisiatria ha trovato sorprendenti applicazioni negli ultimi anni? «La fisiatria ha fatto grandi passi in avanti per la cura di particolari patologie, specie quelle determinate da malattie dovute a fattori degenerativi del sistema nervoso centrale e periferico. Per esempio: nei pazienti affetti da morbo di Parkinson si è riusciti a fermare i movimenti alterati nei quali si ottiene a volte di abolire o attenuare il tremore, che è il sintomo più evidente in questi malati. Nei pazienti affetti da sclerosi multipla, grazie alle metodiche della riabilitazione funzionale, si hanno rallentamenti notevoli sul decorso della malattia anche per lungo tempo». «Negli ultimi anni la fisiatria si è dimostrata preziosa anche in età prenatale, riuscendo ad individuare, grazie alle tecniche moderne, movimenti atipici nel nascituro già nell’utero materno. Si conferma così che la fisiatria segue l’uomo per tutto il suo ciclo vitale».
Infine, una domanda “obbligatoria”: quale evoluzione avrà la fisiatria? «La fisiatria, come tutte le branche specialistiche mediche, segue i progressi della ricerca scientifica. In particolare, la fisiatria attenziona i risultati delle ricerche sull’utilizzo delle cellule staminali, le quali hanno dimostrato la capacità di riparare alcuni tessuti corporei danneggiati da varie malattie. Se, in un futuro prossimo, si arriverà a usare queste cellule, specie nelle lesioni del sistema nervoso centrale e periferico, la fisiatria e la riabilitazione potranno raggiungere progressi e risultati che ad oggi sono soltanto un roseo auspicio». Maria Pia Risa Fonte “La Sicilia” del 31-08-2019