Resta gelida l’atmosfera a Cesarò e non solo per il freddo pungente. L’atmosfera è rimasta palpabilmente plumbea per via del rischio che una delle imprese più importanti del piccolo centro montano vada via. Parliamo dell’azienda “Bacco” di Claudio Luca, l’imprenditore di Bronte, famoso ormai in tutto il mondo per la bontà dei suoi prodotti al pistacchio, che anni fa ha messo le radici proprio nella zona artigianale di Cesarò, spostandosi dalla sua Bronte. Il sindaco di Cesarò Salvatore Calì, infatti, ha comunicato ai legali dell’azienda che deve lasciare inderogabilmente il secondo capannone. Per Claudio Luca, una decisione che può essere disastrosa per l’economia di un’azienda che è arrivata ad avere 52 dipendenti, di cui molti del territorio. Per questo ieri l’imprenditore brontese dalle pagine del nostro giornale ha comunicato tutta la sua preoccupazione. Il sindaco di Cesarò non intende rilasciare dichiarazioni ufficiali. A microfoni spenti ci comunica il suo dispiacere per una situazione che, fa capire, non dipenderebbe da lui, ma da alcune norme. Con noi il sindaco Calì, si abbandona solo per rilasciare una frase: “Io per assegnare il secondo capannone devo pubblicare un bando, assegnandolo all’impresa che mi presenta la proposta più vantaggiosa per la comunità. Non posso assegnarlo direttamente. E’la legge che lo impone e io devo rispettarla”. Il sindaco conclude augurandosi che ad aggiudicarsi il capannone sia sempre la Bacco, ma essendo la questione esclusivamente giuridica e burocratica in tanti si chiedono se un imprenditore che in un opificio ha già investito e garantito occupazione, abbia o meno diritto di prelazione di fronte ad un legittimo bando di evidenza pubblica. A chiederselo sono soprattutto i dipendenti dell’azienda, molti dei quali di Bronte. Per questo ieri il sindaco della città del pistacchio, Graziano Calanna, si è offerto per cercare di trovare la giusta soluzione. “Ho telefonato sia a Claudio Luca, che è un amico mio – afferma Graziano Calanna – sia al mio collega di Cesarò, Salvatore Calì, cui mi lega una solida amicizia e grande stima. Con il sindaco abbiamo concordato che questa mattina alle 10 andrò a trovarlo a Cesarò per affrontare bene la questione. Guardo alla questione con grande rispetto per entrambi e sono solito entrare in casa d’altri sempre in punta di piedi. Salvatore poi, per carità, non ha certo bisogno del mio aiuto perché ha sempre dimostrato di lavorare per risolvere i problemi, ma visto che parliamo del lavoro di tante famiglie monoreddito se posso provo a mettere a disposizione la mia esperienza anche di avvocato. Lo faccio – continua – con piacere a tutela dell’azienda di un brontese che da lavoro a tanti miei concittadini”. Calanna ci spiega che quando lui è diventato sindaco Claudio Luca aveva già trasferito l’azienda Bacco a Cesarò da circa un anno. “Se fossi arrivato prima aggiunge – io Bacco da Bronte non lo avrei lasciato andare via. Ed allora le condizione per farlo restare c’erano tutte. Pensate che noi appena insediati abbiamo rilevato un capannone di un’impresa purtroppo cessata da anni per riaffidarlo. Poteva essere lui ad aggiudicarselo. Fortunatamente “Bacco” si è solo allontanata di qualche chilometro, permettendo ai dipendenti di non perdere il posto”. Poi tornando alla situazione Calanna aggiunge: “Nel pieno rispetto delle norme, una soluzione va trovata. “Bacco” è un patrimonio economico di questo territorio. Soprattutto in questo periodo di crisi non possiamo permetterci di perderlo. Io rimango fiducioso”. E la fiducia di Graziano Calanna diventa l’unica forza a disposizione dei dipendenti, i primi oggi ad attendere notizie del vertice fra i sindaci, entrambi desiderosi che “Bacco” rimanga dov’è. Intanto Claudio Luca ieri ha avuto un colloquio con il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Nunzia Catalfo e scriverà oggi una lettera al Prefetto. Gaetano Guidotto Fonte “La Sicilia” del 30-12-2019
Turano convoca il primo cittadino e l’imprenditore: «Cerchiamo una soluzione»
Oggi stesso convocherò il sindaco di Cesarò e l’imprenditore per capire quali sono le criticità da affrontare in questa storia». Il lieto fine è tutto da costruire, ma un primo passo è stato incasellato nella peripezia al limite del paradosso vissuta dall’imprenditore catanese Claudio Luca, titolare della Bacco, azienda artigianale di prodotti tipici al pistacchio che, come ha raccontato ieri La Sicilia è finita al centro di un aut aut informale da parte dell’amministrazione comunale di Cesarò che metterebbe l’azienda di fronte al rischio concreto di delocalizzare la produzione o sfoltire i ranghi del personale. L’assessore alle Attività produttive Mimmo Turano assicura che il governo farà la sua parte «bisogna comprendere quali siano le ragioni del sindaco e dell’amministrazione e successivamente mi adopererò per mettere insieme le parti e arrivare a una composizione della vicenda». Al netto delle ragioni che caratterizzano il fatto e sui cui la Regione va ad approfondire da questa storia c’è da imparare secondo Turano «non dobbiamo perdere di vista le realtà imprenditoriali chiamate a operare nei piccoli contesti, la Regione sta producendo un grande sforzo per la microimpresa, è chiaro però che ognuno deve fare la sua parte, territori compresi». Sperando che si possa, e si debba, ancora fare in tempo a trovare una soluzione che possa evitare soluzioni drastiche e scelte dolorose, specie per il tessuto sociale, da parte dell’imprenditore, l’assessore Turano conferma che il suo assessorato sta provando a mantenere fede agli appuntamenti che si è dato nel corso del tempo: «I commissari liquidatori delle ex Asi stanno procedendo alla liquidazione nei tempi più rapidi possibili, anche a vantaggio degli imprenditori che affrontano la propria scommessa rivitalizzando porzioni e zone di Sicilia che spesso continuano a segnare il passo». Perché la partita che rimane ancora aperta sul rilancio delle attività produttive nell’Isola, questa è almeno la scommessa del governo, passa anche da una proiezione che non sia di corto respiro: «Il nostro auspicio è quello di fare rinascere le aree industriali siciliane – scommette Turano – il 2020 sarà l’anno delle Zes. Per noi questa è la scommessa centrale e credo valga la pena concentrare gli sforzi in tal senso». La buona notizia di fine d’anno invece che arriva da Via degli Emiri, sede dell’assessorato Attività produttive riguarda la certificazione della spesa europea da parte del dipartimento. A oggi sono validate risorse per 135 milioni di euro e 14 milioni potrebbero essere caricati sulla piattaforma di certificazione nei prossimi giorni. Un risultato questo accolto con soddisfazione anche dallo stesso Turano dopo che, nel corso dell’anno l’assessorato era rimasto attardato rispetto agli obiettivi che andavano avanzando. Se si chiude il 2019 con in numeri appena citati, il trend di ripresa della seconda metà dell’anno va a concorrere virtuosamente nel totale della certificazione che sta scandendo in maniera febbrile gli ultimi giorni di spesa della Regione. Giuseppe Bianca Fonte “La Sicilia” del 30-12-2019