Consiglio Comunale burrascoso e con una folta presenza di pubblico e operai di Bacco srl, quello tenutosi ieri sera a Cesarò, richiesto urgentemente dai consiglieri di minoranza Ceraldi, Leanza e Zito. Unico punto all’ordine del giorno, chiarimenti in merito alla vicenda che ha interessato i rapporti tra il Comune di Cesarò e la ditta Bacco srl, vicenda resa nota dal nostro giornale. La ditta Bacco, ha in affidamento dal 2015, un capannone posto nell’area artigianale di Cesarò, e, da qualche anno, anche un secondo capannone, di cui non dispone di regolare contratto di locazione, nonostante negli anni abbia più volte chiesto l’utilizzo. Il 29 dicembre scorso, il sindaco ha sfrattato l’azienda dal secondo capannone, e subito dopo, ha dato una proroga di un anno alla ditta, dopo avere ricevuto il pagamento di tutte le spettanza dovute pari ad oltre 40 mila euro. Una vicenda figlia della Sicilia Gattopardiana. Una ditta che vuole investire e che combatte contro la burocrazia per avere dei locali inutilizzati, di contro, un Comune che si ritrova proprietario dal 2017, di 3 capannoni, che non riesce ad assegnare e soprattutto a recuperare somme di locazioni dovute da altri, per oltre 80 mila euro.
I consiglieri di minoranza, hanno fatto notare questa situazione al sindaco Salvatore Calì, evasivo e con risposte a volte parziali ha ribadito che pur di portare lavoro in paese farebbe di tutto, e ha confermato che Bacco ha in locazione un solo capannone. Situazione criticata dall’opposizione, che oltre a chiedere chiarimenti legali ha chiesto, tramite il consigliere Ceraldi, le dimissioni del sindaco per come ha condotto la vicenda, recando danni sia al nome del Comune, che alle casse. Al consiglio, dopo specifica autorizzazione messa ai voti dal presidente Spitaleri, è intervenuta anche l’avvocato Maria Lucia Pecorino, che ha spiegato le ragioni dell’azienda e la volontà di quest’ultima di continuare ad investire a Cesarò. LUIGI SAITTA