Tocca anche Randazzo l’operazione “Nebrodi”, scattata ieri mattina all’alba, con il coinvolgimento di un consigliere comunale. Un’operazione, coordinata dalla Procura di Messina e dalla Dda, che ha portato al fermo di 94 soggetti di cui 48 in carcere e 46 agli arresti domiciliari. Ai domiciliari è finito Vincenzo Ceraulo, 52 anni, consigliere comunale, immediatamente sospeso dalla carica con un provvedimento della Prefettura di Catania, eletto con 328 voti, nella lista “Vivere Randazzo” che appoggiava il candidato sindaco Nino Grillo, e attualmente all’opposizione, con trascorsi da assessore sia con il precedente sindaco, Michele Mangione, sia con Del Campo. Da quanto appreso, Ceraulo, non è indagato per attività legate al ruolo istituzionale, ma per la sua attività privata, in veste di responsabile provinciale di un Caa (Centro assistenza agricola), in cui vengono presentate le domande per i contributi agricoli, sia europei che regionali e che, secondo gli inquirenti, era proprio il punto di riferimento sul territorio per la gestione delle pratiche e delle documentazioni.
Nel suo ufficio, sono state sequestrate diverse pratiche relative ai fondi per l’anno 2017. Telegrafico il sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, che a proposito dei fatti contestati dichiara: «Non conosco gli atti processuali e non conoscendo i capi di imputazione addebitati al signor Ceraulo mi astengo dal rilasciare dichiarazioni. Ho massima fiducia nel lavoro della magistratura sperando che il signor Ceraulo possa dimostrare la sua estraneità ai fatti». «Sono vicino al consigliere Ceraulo, dichiara il suo capogruppo Nino Grillo –e spero dimostri la sua innocenza». LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 16-01-2020