Aumenti in paese per generi molto usati come il caffè e il pane. Ma andiamo con ordine. Il caffè al bar, passa da 80 a 90 centesimi, con un aumento di oltre il 12% che è in media con i prezzi in vigore in molti posti. Poco notato perché oggi in tanti hanno a casa la macchinetta, e le cialde o le capsule, hanno ormai un costo irrisorio. Ma l’aumento più notato è stato quello del pane, e dei prodotti derivati, che passa da 2 euro a 2,40 al kg, con un aumento netto del 20%. Certo una novità che apre un dibattito tra la gente, visto che il pane è un bene di prima necessità: «Non ci aspettavamo un tale aumento – ci dice il signor Mario – di 40 centesimi al chilo, certo i panificatori hanno le loro buone ragioni, ma come sempre a pagare sono i consumatori finali. Si poteva fare un aumento minore, e la gente forse non se ne sarebbe neanche accorta. Purtroppo il pane bisogna comprarlo per forza».
Ma se i cittadini hanno le loro giuste ragioni, i panificatori non sono da meno: «Da anni il prezzo del pane era fermo a 2 euro – ci dice Giuseppe, uno che il pane lo produce – e questo nonostante in questi ultimi anni il prezzo delle materie prime è sempre aumentato. A partire dalla farina, per finire con attrezzature, energia elettrica e senza considerare la manodopera, che in un panificio è una voce “pesante”. Il nostro è un mestiere che si svolge in orari notturni, ed è difficile trovare persone che vogliano intraprendere questo mestiere, figuriamoci poi a pagarli poco». Tutti hanno le loro ragioni, che dal loro punto di vista sono legittime, e che fanno come sempre da contraltare a stipendi che non aumentano come dovrebbero, o al lavoro che manca. LUIGI SAITTA Fonte “La Sicilia” del 22-02-2020