Doveva essere una normale serata in famiglia tra giochi e coccole prima di andare a letto, ma si è trasformata in tragedia con la morte per soffocamento di un bambino di sedici mesi. È accaduto lunedì sera a Pietraperzia dove a perdere la vita è stato il piccolo Mattia Di Serio, soffocato da una pallina con una ventosa fatalmente rimastagli incastrata nella trachea. Subito si è attivata la macchina dei soccorsi. Prima la corsa disperata nella guardia medica, veloce anche l’arrivo della postazione medicalizzata pietrina del 118 con i sanitari che hanno tentato il tutto per tutto, vana anche la corsa verso l’ospedale S. Elia di Caltanissetta perchè le condizioni del piccolo, già cianotico, sono subito apparse disperate tant’è che all’ospedale è arrivato privo di vita. Straziante il dolore dei genitori, papà Pasquale e mamma Simona, che ancora ieri non riuscivano a capacitarsi di quanto accaduto, un dolore troppo grande per dei genitori perdere un figlio. È bastato un attimo al bambino, che aveva compiuto un anno a novembre, per ingoiare la pallina che gli ha bloccato il respiro trasformando un innocente gioco in una drammatica beffa del destino. Non sono bastati, purtroppo, tutti i tentativi di sbloccargli le vie aeree visto che la ventosa si era attaccata alla trachea. Sulla morte del bambino, come atto dovuto, ha aperto un fascicolo la Procura di Enna. La squadra mobile nissena – che condurrà le indagini – ha già sentito i genitori. In stato di shock tutta la comunità pietrina a partire dal sindaco, Antonio Bevilacqua, che ha deciso per il lutto cittadino in occasione della benedizione della salma, trasportata nella sala mortuaria dell’ospedale nisseno. A causa del coronavirus, infatti, non saranno possibili i funerali in chiesa –
«È una tragedia, c’è poco da dire, un fatto che nessuno si augura possa accadere in nessuna famiglia» ha dichiarato Bevilacqua che sta già pensando ad un modo per rendere omaggio alla memoria del piccolo Mattia a Pietraperzia. Quella dei Di Serio è una famiglia come tante, papà (di Enna) impiegato in una cooperativa per aiuto ai migranti, mamma casalinga e due figli (oltre a Mattia c’è anche una bambina di sei anni), sempre attenti e premurosi che oggi pagano un prezzo altissimo. Non ci sarà spiegazione alcuna che potrà ridare loro quel bambino. «Ci si fanno mille domande sul perché accadano queste cose, ma non c’è una risposta – ha concluso il sindaco – Troveremo il modo di stare vicino a questa famiglia anche se, necessariamente, ognuno da casa propria». William Savoca Fonte “La Sicilia” del 25-03-2020