Su pressing degli allevatori, per far fronte alla crisi economica da Coronavirus, il Comune di Bronte anche quest’anno concederà gratuitamente i 1800 ettari di pascoli demaniali sull’Etna e sui Nebrodi, il cui canone 2020 giorni fa era stato fissato in 50 euro a ettaro, pari al costo medio in queste zone dei pascoli regionali dal 2015. Con questi numeri, per il sessennio 2015-2020 il Comune registrerà più di mezzo milione di euro di mancati incassi e gli allevatori fondi europei per oltre un milione. Rispetto alla Regione e ai limitrofi comuni di Maniace, Cesarò e Troina, che da anni i pascoli se li fanno pagare, il comune di Bronte ci ha guadagnato soltanto la funzione antincendio da pascolamento. Fin sul finire della Prima Repubblica, eppure, qui le concessioni si pagavano, ma la Seconda Repubblica l’usanza l’avrebbe “abrogata”.
L’amministrazione guidata dal sindaco Graziano Calanna, nel 2018, ha introdotto una simbolica «tassa di fida sui pascoli», pari a 3 euro a ettaro per i 1234 dei Nebrodi e a 6 euro per ognuno dei 567 ettari dell’Etna (aumentata nel 2019 del 50%) rispetto a quelli medi regionali di 50 euro, nelle stesse zone, e ai 150 euro a ettaro per l’affitto di pascoli naturali dai privati. Il 17 aprile scorso, infine, la giunta Calanna ha deliberato il canone 2020 da 50 euro, che ora sospenderà del tutto. Fonte GDS CLICCA QUI PER LEGGERE TUTTO L’ARTICOLO