In riferimento all’articolo dal titolo “Appalti con affidamento diretto e relazioni con famiglie mafiose”, pubblicato sulle pagine del nostro quotidiano lo scorso 9 luglio, abbiamo ricevuto una lettera dell’avvocato Giuseppe Testa che ci scrive per conto dell’ex assessore del Comune di Maniace, Giuliana Coci. «Preme sottolineare – scrive l’avv. Testa – come la seguente affermazione, allo stato, risulti diffamatoria nei confronti dell’ex assessore Coci: “L’indagine della Commissione ha interessato gli anni dal 2015 al 2019 sotto la lente il comportamento dell’Amministrazione, dei dirigenti e dei dipendenti. Per quanto riguarda la Giunta la relazione descrive […] e parentele scomode invece per un altro assessore, cognata di un esponente malavitoso legato a Montagno Bozzone, la cui moglie ha battezzato la figlia”. Si vuole premettere che la riconducibilità di tale affermazione alla figura della Coci – scrive ancora l’avvocato Testa – in un piccolo contesto come quello di Maniace, sia certa. Di poi, quanto riportato appare del tutto non veritiero e privo di pregio, poiché induce il lettore a ritenere che, anche a causa della scomoda parentela dell’assessore, il Comune di Maniace sia stato sciolto. Risultano ben altre le circostanze per cui il Comune è stato sciolto e derivanti dall’azione amministrativa presuntivamente influenzata da consorterie criminali e portata avanti da altri soggetti, descrivendo però il Prefetto, nella sua relazione, i precedenti di giustizia, carichi pendenti e le parentele di componenti della Giunta.
Non si può di certo negare la parentela dell’assessore, ma il cognato dell’assessore non aveva mai fatto visita alla Coci, da quando si era insediata presso il Comune, né l’aveva contattata durante i quasi cinque anni di Giunta. Invero, nessun comportamento può essere attribuito alla Coci, se non l’attestazione di una parentela e l’adozione del succitato provvedimento veniva basata su altre circostanze a cui l’ex assessore risulta estraneo». Da parte nostra dobbiamo aggiungere che tutte le notizie riportate sono state tratte dalla relazione – che è pubblica – inviata dal Prefetto al ministro degli Interni e che ha portato allo scioglimento del Comune. Pertanto non siamo stati certo noi a fare deduzioni sulle eventuali parentele dell’assessore Coci che non abbiamo neanche citato con nome e cognome. Fonte “La Sicilia” del 28-07-2020